C'è l'inchiesta sulla carenza di medici a Cardiologia dell'ospedale di Giulianova

TERAMO – Non c’è soltanto un ricorso al giudice del lavoro contro il concorso per la nomina del nuovo primario dell’unità di cardiologia dell’ospedale di Giulianova, adesso c’è anche l’inchiesta penale. E’ quella, al momento senza indagati, avviata dalla squadra mobile della Polizia di Teramo, delagata dalla procura teramana, che vuole fare luce sull’organico dei medici del reparto, che dal dall’agosto del 2016, quando lasciò l’allora primario Biagio Ciampini, è diminuito progressivamente fino al minimo storico dell’ottobre scorso, quando dagli originari 9 (8 dirigenti medici di primo livello e un direttore) i professionisti presenti in reparto erano appena 4.
Tutto nasce da un esposto molto dettagliato, protocollato negli uffici della procura nel mese di ottobre, a distanza di pochi giorni dalla riduzione ulteriore del numero di medici turnisti e in una fase in cui era in corso la selezione per il nuovo direttore dell’unità operativa complessa. A mano a mano, tra pensionamenti e trasferimenti, i medici in servizio erano ridotti ad appena 4, compreso il direttore facente funzioni, Sandro Core. Erano loro che dovevano dividersi non solo l’attività di reparto, ma anche quella ambulatoriale per gli esterni, il servizio di elettrofisiologia e le consulenze per gli altri reparti e il pronto soccorso, costringendoli spesso a dover coprire due servizi contemporaneamente, e di sicuro a non poter garantire l’adeguata assistenza ai pazienti del reparto, che conta 12 posti letto di degenza e 4 di terapia intensiva. La situazione non è cambiata molto nelle settimane successive: il numero è salito a 7, con l’entrata in servizi di due dirigenti (uno dei quali all’inizio dell’anno) e la nomina del nuovo direttore dell’unità, il dottor Gianserafino Gregori. Sulla vicenda, ben nota per le numerose segnalazioni alla direzione generale, tutte senza risposta e, come si può dedurre dalla ricostruzione, senza assegnazioni di personale fino al 3 dicembre 2018 (data dell’arrivo di un medico e del nuovo primario), c’erano state denunce pubbliche. Una di queste, nel dicembre scorso, era stata quella del coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia, che sottolineava come di fronte a un organico previsto di otto medici e un direttore, gli appena 4 sanitari ‘superstiti’ affrontavano "turni massacranti, fino a 60 ore settimanali, con elevati rischi per operatori ed utenti. Tutto ciò viene avallato e imposto nel più evidente disprezzo della legalità". Adesso la materia è al vaglio della magistratura: da ambienti giudiziari si apprende che gli investigatori stanno ascoltando il personale del reparto e che un prossimo passaggio potrà essere quello dell’iscrizione sul registro degli indagati di qualche nominativo, nell’ottica di un più ampio raggio di verifica di eventuali omissioni nel corso degli ultimi due anni.