Un Comitato per costruire l'ospedale a Mosciano Stazione: "Ecco perchè no a Piano d'Accio"

MOSCIANO – Non la presentano come una battaglia di campanile, piuttosto come un confronto a sostegno del diritto alla salute dell’intera popolazione della provincia di Teramo. La proposta diventa dunque un appello al riordino della sanità territoriale: il nuovo ospedale provinciale non va fatto a Piano d’Accio bensì a Mosciano Stazione, nel rettangolo di circa 18mila quadrati di terrento compreso tra la statale 80 per Teramo, contrada Rovano e la provinciale 15 per Selva. A consegnare il crisma di ufficialità alla proposta c’è il battesimo di un Comitato spontaneo, del quale si fanno portavoce il presidente Marco Battestini, il sindaco di Mosciano Giuliano Galiffi e il capogruppo di maggioranza Mirko Rossi, il medico Ercole Core. A comporlo molte figure di riferimento delle amministrazioni locali (c’è l’ex sindaco di Mosciano, Orazio Di Marcello), professionisti (come il presidente dell’ordine dei farmacisti, Silvio Di Giuseppe), che spingono su alcuni elementi che dicono costituire proprio le caratteristiche richieste dallo studio di fattibilità che la stessa Asl ha condotto per individuare il sito migliore: "Viabilità dedicata, territorio con indice di pericolosità sismica inferiore che incide per almeno il 20% in meno sui costi di costruzione – elenca Battestini -, qualità ed estensione maggiore del terreno, vincoli ambientali, spazio di destinazione ampiamente maggiore, con possibilità di sviluppo orizzontale e non in alto della nuova struttura, sono requisiti che l’area di Mosciano stazione presenta: da scelte differenti scaturirebbe una diminuzione dell’offerta di servizi ai cittadini teramani ed il conseguente fallimento degli obiettivi che tutti ci auguriamo”. Per il sindaco Galiffi, la nascita del Comitato e la conseguente proposta stimola al confronto, che si augura "avvenga con i Comuni in primis", ad un tavolo "aperto al confronto in cui potremmo convincere chi dovrà decdiere, che questa zona molto probabilmente è la migliore per costruire un ospedale provinciale di II livello. Senza dimenticare che la maggior parte della popolazione provinciale, dalla costa fino alla prima fascia precollinare, diciamo il 65-70%, vive qui". E la localizzazione nei pressi del casello autostradale dell’A14 e alla viabilità principale della Teramo-Mare e della vecchia statale 80, oltre che rendere più omogeneo il maggioro flusso di traffico che si prevederebbe, renderebbe funzionale il polo sanitario anche in previsione di una riorganizzazione della rete ospedaliera dell’intera provincia. E il pensiero va sempre all’ospedale di Giulianova, che dalla realizzazione dell’ospedale provinciale rischia di affiggersi sul petto la medaglia quantomeno del ‘doppione’: "In sanità non deve esistere la parola chiudere – ha spiegato Ercole Core -, bensì riorganizzare , riconvertire" e in questa ottica l’ospedale di I livello giuliese "assume ruolo fondamentale per l’emergenza-urgenza per la stabilizzazione dei pazienti, affiancata da una eccelsa diagnostica". Raggiungere contrada Rovano, per il Comitato, sarebbe comodo con qualsiasi mezzo di trasporto, perchè di fronte all’area c’è la stazione ferroviaria di Mosciano e Notaresco, e il terminal bus regionale di prossima costruzione è a 100 metri. Basterà a superare il solo aspetto della vicinanza con siti insalubri, previsti dalla normativa? Mirko Rossi ci crede: "Se ci sarà, come ci è dato sapere, che ci sarà una discussione, che si svolgerà principalmente a Roma, su quale dovrà essere l’offerta sanitaria ospedaliera teramana è giusto anche che a livello territoriale si animi la discussione in merito e si possa provare ad influenzarla. Se Teramo avrà un solo ospedale hub come verrà sicuramente decretato a Roma, noi dovremo far sì che la discussione verta attorno al fatto che vada riorganizzata la rete ospedaliera: i presidi sul territorio non potranno essere slegati dalla realizzazione di un nuovo ospedale".