Via Capuani, residenti e commercianti prigionieri del cantiere da 5 mesi

TERAMO – Prigionieri di un cantiere da oltre 5 mesi e senza aver visto una sola ‘promessa’ mantenuta. Una su tutte: i lavori di ripavimentazione di via Capuani, dopo gli scavi per la posa in opera della nuova rete del gas, avrebbero dovuto fermarsi per il periodo della Coppa Interamnia, per riprendere il 15 luglio, come previsto dall’ordinanza comunale. Ciò non è stato e anzi, le transenne con l’ombreggiante che ‘chiudono’ strada e intersezioni laterali hanno letteralmente sequestrato negozi e locali. "Avevamo proposto delle soluzioni che avrebbero messo insieme esigenze dell’impresa e quelle dei commercianti e dei residenti – spiega Osvaldo Di Teodoro, consigliere comunale di Teramo 3.0 e rappresentante della Confcommercio di Teramo -, ma tutte le nostre proposte sono rimaste inapplicate". Via Capuani contesta la scarsa comunicazione tra Comune, impresa e chi ci vive e lavora in questa parallela del corso. E le modalità di intervento sulla pavimentazione, nella fase che adesso riguarda la posa in opera dei sanpietrini originari, non lascia scampo quanto a tempistica: servono 10 giorni di assoluto isolamento, senza calpestio, una volta riposizionato il porfido e poi un altro periodo in cui al massimo possono transitare soltanto i pedoni. Fin quando i lavori hanno interessato la porzione superiore di via Capuani, quella compresa tra via Cerulli Irelli e via Duca d’Aosta, il problema è stato relativo per la presenza di un minor numero di esercizi aperti al pubblico. Ma adesso che il tratto coinvolto dal cantiere è quello tra piazza Martiri e via Duca d’Aosta, i mugugni cominciano a diventare protesta. Hanno cominciato dal bar Calypso e mano a mano il confronto è diventato più duro, ad esempio con il supermercato Tigre, ‘prigioniero’ da oltre 10 giorni, a cui l’unica concessione fatta è stata quella di un angusto percorso pedonale, tra l’altro sotto ad una impalcatura di un palazzo inagibile – e dunque a rischio -, da condividere tra clientela e fornitori di merce. "Avevano chiesto di organizzare i lavori in due turni da 6 ore, dalle 8 del mattino alle 20 della sera – continua Di Teodoro -, e questo non avrebbe aumentato i costi, anzi li avrebbe abbassati, e adesso il cantiere sarebbe avanzato di molto. Oppure lavorare anche al sabato. Ma il problema è un altro: chi controlla questi lavori, se tutto procede secondo le ordinanze emesse dal Comune e le autorizzazioni concesse? I dirigenti dovrebbe dirci cosa ne pensano e ogni tanto farsi vedere sui cantieri. Perchè non credo che questi fossero gli accordi". Ci sono bar che sono costretti a rinunciare a incassi consistenti, in questo periodo di maggior presenze in centro storico, così come altri settori merceologici hanno subìto sensibili riduzioni: fisiologico se limitato a qualche giorno, drammatico se prolungato ben oltre le due settimane. Ci sono poi i residenti, che da cinque mesi non possono raggiungere le abitazioni con le proprie auto per qualsiasi necessità. C’è anche un evidente problema di sicurezza per il soccorso: il cantiere, in barba alla iniziale disponibilità ad avanzare per 20-30 metri al massimo di volta in volta, adesso è lungo 78 metri e ha praticamente chiuso ogni attraversamento. Nella difficoltà dell’ufficio tecnico di seguire questo cantiere, è probabile che stamattina sia l’assessore al governo del territorio, Stefania Di Padova, ad effettuare un sopralluogo per verificare di persona l’eventuale adozione di soluzioni alternative per andare incontro all’esigenza di residenti e commercianti.