“Mio figlio Giulio aveva realizzato il sogno della sua vita”. Funerali congiunti a Tarvisio

La madre del finanziere teramano morto in parete parla del 28enne maestro di sci e soccorritore alpino. Lutto cittadino in due città per lui. Lunedì le esequie

TERAMO – I funerali solenni del 28enne teramano Giulio Alberto Pacchione e del 30enne pordenonese Lorenzo Paroni, i due finanzieri morti in un incidente sulle Alpi Giulie nel corso di un addestramento, dovrebbero essere celebrati congiuntamente lunedì, a Tarvisio (Udine).

Terminata la cerimonia istituzionale – cui parteciperanno alcune importanti cariche dello Stato e i vertici della Guardia di Finanza – i cortei funebri di Giulio Alberto e di Lorenzo proseguiranno rispettivamente per Silvi Marina e Montereale Valcellina, dove le famiglie hanno organizzato le cerimonie di commiato per le rispettive comunità locali, prima dell’inumazione. La Procura della Repubblica di Udine, che indaga per incidente sul lavoro, avvenuto durante il servizio dei due finanzieri, ha già firmato il nullaosta per la sepoltura.

Grande è il dolore che la notizia della scomparsa di Giulio Alberto Pacchione ha suscitato nel Teramano, sia nel mondo del soccorso alpino che dello sci e tra gli appassionati della montagna in generale. Silvi – città di origine di Giulio – in queste ore è accomunata nel lutto a Tarvisio – la città di adozione dove Giulio insegnava sci e faceva il finanziere del soccorso alpino -: entrambi i sindaci hanno deciso di indire il lutto cittadino nel giorno delle esequie.

A ricordarlo, questa mattina, è stata la madre, Adima Lamborghini, in una intervista pubblicata sulla Gazzetta di Reggio, centro di origine della donna, firmata da Serena Arbizzi: «Giulio si era trasferito a Tarvisio a 14 anni perché aveva realizzato il sogno della sua vita: quello di lavorare in montagna, la sua passione». I genitori di Giulio sono due stimati medici e abitano a Teramo. La madre e il padre Dario Pacchione, consigliere comunale a Silvi, hanno deciso di far nascere tutti e tre i loro figli a Reggio Emilia.

«Io e mio marito studiavamo a Parma – racconta Adima –. Mio marito lavorava con il dottor Bedogni, specializzato in endoscopia. Ci siamo trasferiti a Teramo e Giulio inseguì la sua passione per la montagna, decidendo di andare a vivere a Tarvisio e iscrivendosi al liceo sportivo Bachmann. Mio figlio era maestro di sci e aveva maturato una grande esperienza. Inoltre, Giulio e Lorenzo avevano già calcato la via che stavano percorrendo. La fatalità, purtroppo, anche in questo caso si è rivelata dietro l’angolo con il distacco della roccia e la montagna lo ha tradito. Mio figlio era una persona d’oro, un ragazzo esperto e consapevole».