Docente aquilano scivola e muore sul Gran Sasso

Berardino Romano aveva 66 anni ed era studioso del massiccio abruzzese. Il tragico incidente sul sentiero del Centenario. Nella notte rinviato il recupero della salma, che avverrà domani con l’elicottero. Sono 5 le vittime nel 2023

PIETRACAMELA – Berardino Romano, docente universitario aquilano di 66 anni, è morto nel pomeriggio di ieri, scivolando sul sentiero del Centenario a Vado di Corno. L’allarme L’allarme ai soccorsi è stato inviato dalla moglie, preoccupata per il mancato rientro del marito, segnalando la riferita intenzione della vittima di fare un’escursione sul Gran Sasso. I tecnici della stazione aquilana del Cnsas si sono subito recati a Campo Imperatore, individuando l’auto nei pressi di Vado di Corno. Le ricerche si sono quindi concentrate sul sentiero del Centenario ed il corpo è stato individuato e raggiunto lungo uno dei valloni che affacciano sul versante teramano.

Nella notte le operazioni di recupero sono state rinviate per la difficoltà del terreno, molto impervio. E’ stato infatti deciso di effettuare il recupero della salma con l’elicottero, ma domattina. Romano era molto conosciuto all’Aquila e nel mondo universitario. Era professore ordinario di Pianificazione territoriale e Tecnica urbanistica. Si era laureato in Ingegneria Civile all’Aquila nel 1983 col massimo dei voti, svolgendo una tesi di laurea avente per oggetto la metodologia di studio per la pianificazione di un Parco Naturale Regionale e la sua applicazione al comprensorio del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia.

E, scherzo del destino, proprio dalla montagna abruzzese è stato tradito. Da anni studiava il fenomeno del consumo del suolo e della dispersione urbana, argomenti sui quali aveva scritto report e studi scientifici per conto di Ispra.

Con questo incidente sul versante teramano, si allunga il tragico bilancio dei morti sul del Gran Sasso nel 2023: sono 5 le persone decedute in incidenti in quota, di cui 3 nello scorso maggio, questi ultimi considerati escursionisti esperti. Il 7 maggio Fabio Racanella, istruttore alpinista di 52 anni di Orvieto, muore dopo essere caduto per una cinquantina di metri lungo la tortuosa e ripida discesa di Canale Bissolati sul Corno Grande. L’uomo stava scendendo con gli sci da alpinismo dalla vetta del Gran Sasso a quota 2.700 metri. Il 27 maggio Raffaello Toro (44), di Spoltore e Gianluca Camplone (51), pescaresi, muoiono nel corso di una scalata in cordata al Corno Piccolo, nel canale Sivitilli, sopra ai Prati di Tivo, sul versante teramano del Gran Sasso, precipitando dopo un volo di diverse centinaia di metri. L’8 luglio un alpinista romano, Davide Destriere 52 anni, muore sul Corno Piccolo. L’uomo era il primo di cordata insieme ad un altro escursionista lungo la Via Mirka sul Corno Piccolo, sul Gran Sasso: al quarto tiro, è volato giù lungo la parete ed è deceduto dopo essere finito incastrato in una nicchia della parete sottostante. Il professor Berardino Romano è la quinta vittima.

Il 2022 è ricordato come ‘annus horribilis’ per le morti in montagna registrate in Abruzzo: 9 le persone decedute in 12 mesi, di cui 7 a causa di incidenti. Si tratta di un numero che raddoppia la media dei decessi in montagna registrati negli ultimi 10 anni, e supera di una unità il 2019, quando fu registrato il peggior numero di decessi.

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