Marsilio affonda su D’Alberto. E intanto l’ospedale aspetta

Il Governatore ‘schiera’ la Verì e Di Giosia per piazzare un attacco politico contro il sindaco, “mai contrario al sito di Piano d’Accio”. E rivela gli ‘appetiti’ degli imprenditori cittadini sui project da lui respinti. Ma qui o lì, si farà mai?

TERAMO – Politicamente, sul nuovo ospedale, Marco Marsilio non le manda a dire al sindaco D’Alberto. A farlo scattare con una piccata reazione, esposta in conferenza stampa con una serie di delibere, verbali di comitati ristretti dei sindaci e ricostruzioni storiche, è stata la perentoria affermazione del primo cittadino che il nuovo ospedale va fatto lì dove c’è quello vecchio, ovvero a Villa Mosca. Marsilio, offeso dall’assenza di comunicazioni istituzionali o da risposte ufficiali e piuttosto dalla presenza di comunicati stampa dai toni perentori, cerca di riportare a bomba la questione: “Il sindaco non si è mai opposto alla localizzazione di Piano D’Accio, non ha mai fatto battaglie per dire si fa a Villa Mosca. Ha cambiato idea? Bene, chieda scusa per aver fatto perdere tre anni alla Asl ma decida una volta per tutte”.

Ma sul piano concreto, a parte le schermaglie pre o post elettorali, dove si dovrebbe fare? E, soprattutto, i millenial teramani (almeno loro) riusciranno a verderlo inaugurare? Perchè adesso sembra una guerra alla primogenia del sito, quando quegli stessi atti mostrati dal presidente della Regione Abruzzo dimostrano che la confusione regna sovrana, nel centrodestra e nel centrosinistra. Marsilio, a onor del vero, non ha spezzato lance verso questa o quella localizzazione. Ha soltanto accennato alle difficoltà che la ‘ricostruzione’ dell’attuale Mazzini potrebbe comportare, con la convivenza tra vecchio in attività e nuovo in cantiere: con riflessi sui tempi di costruzione (un decennio almeno) e rischio di peggior risultato sull’efficientamento energetico, sulla dotazione tecnologica, sulla permanenza di primari e medici attenti alle carriere. Un passaggio soltanto sfiorato, questo, per ovvi motivi (anche e soprattutto elettorali non neghiamolo), perchè tra i principali fautori della soluzione Villa Mosca – che ancora ieri con l’unico comunicato diffuso sulla questione ha preso posizione politica -(Futuro In) – c’è il suo amico Paolo Gatti, nuovo fedele scudiero delle truppe candidate in Fratelli d’Italia alle regionali di marzo.

Marsilio per attaccare dritto il sindaco D’Alberto, ha rivelato anche retroscena da quasi accostamento giudiziario, quando ha ricordato, per sottolineare l’asetticità e l’onesta della dirigenza sanitaria teramana (il direttore generale Di Giosia) e della nomenklatura regionale (assessore Nicoletta Verì e iui stesso), come la proposta Piano d’Accio fosse stata sostenuta dall’allora direttore Asl, il compianto Roberto Fagnano, sotto assedio delle lobby imprenditoriali teramane, disorientato tra pranzi e cene offerte dai grandi nomi, tutti aspiranti investitori nel cantiere più grande della storia cittadina. Marsilio è stato chiaro: “Io ho respinto tre project fantasmagorici, in cui si spendevano tantissimi soldi e che non avevano ii requisiti di sostenibilità”.

Proprio per evitrare tutto questo, Piuttosto, davvero si confermi quanto detto in questa pubblica udienza d’accusa: la Regione non si opporrà alla decisione della città di dove fare il nuovo ospedale. E che il Consiglio comunale si riunisca al più presto per sgombrare il campo, in un colpo solo, dai dubbi sul sito e sui soldi. Il sindaco confermi dove, la Regione con quali denari farlo. Ma che si faccia perchè si sta soltanto perdendo tempo.