La rete ospedaliera passa nella bagarre, in aula anche un ghigliottina

Il documento di riordino viene licenziato a 7 anni dal precedente tra le proteste delle opposizioni, soprattutto del Teramano. Ecco cosa prevede

L’AQUILA – Il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge sulla nuova rete ospedaliera e lo ha fatto all’unanimità di chi era rimasto in aula per il voto maggioranza, al termine di una giornata incandescente, con tanto di protesta dei consiglieri di opposizione e del Movimento 5 Stelle che hanno portato anche una ghigliottina sui banchi..

Nel documento, molto discusso dalle opposizioni soprattutto per quel che riguarda il Teramano, sono inseriti la programmazione dei posti letto, la classificazione degli ospedali, la rete per l’emergenza-urgenza, le reti tempo-dipendenti, la rete per la neonatologia e i punti nascita, le reti per patologia, la rete di terapia del dolore, la rete dell’emergenza-urgenza territoriale, la continuità ospedale- territorio, l’ospedalità privata ed infine un focus per i presidi ospedalieri in deroga o riqualificati.
Tra i punti principali della nuova programmazione è prevista la seguente classificazione dei presidi ospedalieri: 8 ospedali di I livello all’Aquila, Avezzano, Sulmona, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara e Teramo. 6 di base a Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero. 2 in zone particolarmente disagiate, sede di pronto soccorso: a Castel di Sangro e Atessa. Qualifica di DEA di II livello nell’ambito delle reti tempo-dipendenti: San Salvatore dell’Aquila (Rete Stroke Rete Politrauma/Trauma maggiore); Santissima Annunziata di Chieti (Rete Emergenze Cardiologiche); Spirito Santo di Pescara (Rete Stroke Rete Politrauma/Trauma maggiore); Mazzini di Teramo (Rete Emergenze Cardiologiche).

Attualmente, le discipline più complesse che caratterizzano il DEA di II livello (così come declinate nel DM 70/2015) non sono istituite, nella loro totalità, in un unico presidio ospedaliero. La Regione intende pertanto programmare una serie di azioni volte all’individuazione di strutture che rispettino i requisiti previsti dal DM 70 per i DEA di II livello. Previsto quindi un cronoprogramma per l’individuazione che dovrà concludersi a 36 mesi dall’approvazione del documento. Sono identificate due Centrali operative 118, di cui una localizzata nell’Ospedale Civile San Salvatore dell’Aquila e l’altra nell’area metropolitana Chieti-Pescara.

Tra le novità principali (rispetto alla precedente programmazione del 2016, adottata con decreto commissariale e dunque mai assentita dai tavoli tecnici ministeriali) spiccano la riclassificazione del presidio di Sulmona quale Dea di I livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale (da sottoporre alla valutazione del Comitato Percorso Nascita nazionale); quella dei nosocomi di Ortona, Penne e Popoli in ospedali di base sede di pronto soccorso; la classificazione dei Presidi medici h24 di Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele in stabilimenti ospedalieri rispettivamente degli ospedali di Avezzano, L’Aquila e Chieti, in
cui ubicare specifici reparti specialistici; il riconoscimento al presidio di Atessa della funzione di ospedale di area disagiata.

Come dicevamo, nella discussione della mattinata, c’è stata la singolare protesta delle minoranze di centrosinistra e del M5s, in una seduta ricca di tensioni. Sui banchi delle opposizioni è stata posizionata una ghigliottina con i loghi di Fdi, Lega e Fi, per denunciare il fatto che la maggioranza di centrodestra volesse attuare la norma ‘tagliola’ ai 671 emendamenti presentati sull’importante tematica. Le minoranze hanno anche esposto dei volantini: in uno, retto dal consigliere Sandro Mariani. c’era la scritta ‘Presidente Marsilio, mentre TU ti curi nella TUA ROMA, NOI soffriamo nel NOSTRO Abruzzo‘. In effetti, gli emendamenti sono stati poi cancellati: successivamente, la conferenza dei capigruppo, alla presenza dell’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ha ammesso 5 emendamenti per ogni consigliere regionale di opposizione, poi bocciati, visto che il testo, secondo i consiglieri di maggioranza e dei tecnici, deve rimanere invariato perché qualsiasi cambiamento imporrebbe di ricominciare l’iter con il tavolo di monitoraggio.

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