In un monumento l’onore ai 100 anni degli Aquilotti del Gran Sasso

Il Comune e l’Associazione di Pietracamela svelano l’opera in bronzo in piazza degli Eroi dedicata ai grandi dell’alpinismo sul Gran Sasso e nel mondo

PIETRACAMELA – L’associazione Aquilotti del Gran Sasso – Alpinisti di Pietracamela compie 100 anni dalla costituzione, avvenuta nel 1923, e celebra la ricorrenza con l’inaugurazione, domattina, venerdì 29 dicembre, in piazza degli Eroi, di un monumento in bronzo raffigurante un alpinista impegnato in una scalata.

All’evento, voluto dall’Associazione Aquilotti e dal Comune di Pietracamela, parteciperanno tra gli altri, lo scultore vicentino Vittorio Tessaro, autore della statua bronzea e l’artista ceramista di Castelli, Marcello Melchiorre, che ha realizzato e donato al Comune di Pietracamela un’opera formata da una serie di mattoncini in refrattario, che uniti a mosaico, formano la scritta ‘La Prota’, ovvero Pietracamela nel dialetto locale, installata sulla parete di roccia di Vena Grande.

L’Associazione Aquilotti del Gran Sasso, oggi presieduta dalla guida alpina Claudio Intini, è una delle famiglie di alpinisti più longeve d’Italia, che ha scritto la storia del Gran Sasso e della comunità di Pietracamela, e che ha caratterizzato l’evolversi della cultura delle genti della montagna teramana. Gli Aquilotti nacquero su iniziativa di un giovane medico di Pietracamela, Ernesto Sivitilli che, sapendo della presenza di aquile sul Gran Sasso, radunò un gruppo di giovani pretaroli, che si cimentarono nell’esplorazione delle più ardue cime del Gran Sasso per avvistare gli animali. I giovani si appassionarono subito alla scalata su roccia e con l’uso di materiali rudimentali, cominciarono ad aprire le più importanti vie alpinistiche del Gran Sasso, diventando ben presto conosciuti a livello regionale e successivamente in ambito nazionale.

Quasi tutte le vie alpinistiche del Gran Sasso sono state aperte dagli Aquilotti e nel corso degli anni molti di loro sono stati impegnati in importanti spedizioni in Himalaya, Africa, Russia, America latina, Nuova Guinea. Ecco dunque che la cerimonia di domani costituisce importante riconoscimento per la memoria di audaci giovani alpinisti che avviarono la pratica di questo sport sulla vetta più alta degli Appennini.

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