“Le morti sul lavoro come quella di Luigi si chiamano omicidi”

Le parole del parroco ai funerali in Toscana di Coclite, l’operaio teramano morto nel cantiere di Firenze. Montorio alle 10 si è fermata

LIVORNO – Un lungo applauso, che ha seguito il rispettoso silenzio dentro e fuori la chiesa durante le celebrazione delle esequie, ha accolto all’uscita da San Jacopo, a Vicarello, la salma di Luigi Coclite, l’operaio 60enne di Montorio, da 30 anni residente in questa piccola comunità del Livornese, una delle cinque vittime del crollo nel cantiere del supermercato Esselunga a Firenze, lo scorso 16 febbraio.

Su Firenze non dirò nessuna parola. Ma se ci sono all’anno circa 1000 incidenti sul lavoro questi 1000 morti non possono essere tutti incidenti ma qualcuno deve prendersi la responsabilità di chiamarli omicidi – così ha parlato don Roberto Canali durante l’omelia per i funerali di Luigi, davanti alla moglie e ai due figli di 22 e 18 anni dell’operaio deceduto -“. Con lui a concelebrare i funerali anche don Antonio Ratti, parroco di Vicarello. La chiesa era gremita e tra la tantissima gente arrivata per assistere al funerale, anche i volontari della Misericordia e i compagni della squadra di calcio di Collevica, dove gioca il figlio di Luigi Coclite.

In contemporanea con i funerali a Collevico, alle 10 di questa mattina Montorio, la sua città d’origine e dove vivono la madre e il fratello, si è fermata. ”Silenzio e un minuto di raccoglimento – ha detto ad Adnkronos il sindaco Fabio Altitonante – e poi bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici del Comune per un dramma che ci ha colpiti dritto al cuore. Istituzioni, scuole, i concittadini, i titolari di attività commerciali, le organizzazioni politiche, sociali e produttive e le
associazioni hanno partecipato al lutto cittadino che abbiamo
proclamato osservando un momento di raccoglimento e rispetto‘.

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