FOTO / Emozione e successo accompagnano la Coppa Davis al Ct Bernardini

C’è tempo fino alle 19:30 di oggi per ammirare il trofeo in argento vinto da Sinner e compagni per la seconda volta nella storia del tennis italiano. Seicentomila dollari di valore e un quintale di peso, con i nomi dei vincitori dal 1900 a oggi

TERAMO – Per chi una racchetta l’ha sempre stretta in mano, per chi nel 1976 c’era quando Panatta e Bertolucci la vincevano per la prima volta dall’altra parte del mondo, per chi nel 2014 era sugli spalti del Ct Bernardini a seguire e scrivere di Italia-Bulgaria, è stata un’emozione pura vederla da vicino: la Coppa Davis, l’insalatiera’, il trofeo in argento più famoso al mondo, alzata da Jannik Sinner a Malaga quattro mesi fa, dopo 47 anni di attesa.

Ci sono ancora poche ore per ammirarla e fotografarla. Oggi, domenica 3 marzo, Fino alle 19:30 resterà in esposizione nella palazzina dello storico circolo tennis Costante Bernardini, degna tappa del tour che porta in giro per l’Italia il trofeo della più importante competizione di tennis a squadre del mondo, nata nel 1900 e che gli azzurri hanno vinto 2 volte e sfiorato in altre 6. Seicentomila dollari di valore (200mila solo per l’insalatiera), un quintale di peso (senza la teca che la protegge), un metro e dieci di altezza: la Davis è composta dalla ‘zuppiera’, il piatto e tre piedistalli, l’ultimo dei quali inaugurato dall’Australia con la vittoria del 2003. Tra un pò ne servirà un quarto, anch’esso rigorosamente ornato dalle schede in argento che hanno incisi, a coppie di anni, i nomi delle squadre e dei tennisti finalisti di ogni edizione. A differenza della Coppa del mondo di calcio, è trofeo unico ed originale: la Federazione che la vince la tiene per l’anno del titolo e poi la passa al successivo vincitore e la vittoria per 3 anni consecutivi non dà diritto, come nel calcio, e tenerla definitivamente. Una versione mini della Coppa Davis è invece detenuta dai tennisti vincitori e dalla Federazione di appartenenza.

Quaggiù alla Gammarana, in via Romualdi, quando i tennisti azzurri la vinsero in Cile, si era nel pieno del boom di questa disciplina, e il circolo pulsava di attività, sugli allora 4 campi in terra rossa inaugurati nel 1968. Generazioni di tennisti sono passati attraverso quel cancello verde e hanno calcato quella terra rossa: ecco perchè tanti di chi ne ha fatto parte, ma non solo, in due giorni hanno affollato a decine il Circolo presieduto da Vincenzo Jacopo Lapenna, per ammirare la Coppa, tornando a respirare l’atmosfera del tennis dei grandi circuiti, come aveva fatto nei primi anni di questo secolo, con gli Atp minori e con il match di Davis contro la Bulgaria.

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