TERAMO – Ieri piazza Martiri, con corso San Giorgio (e naturalmente la zona della Madonna delle Grazie, interessata direttamente dalla tappa) era solo la piattaforma su cui appoggiare meravigliosi carri suonanti, chiassosi carri da fantastico circo. Oggi sembra un sogno della notte passata, tutto quello che c’era ieri. Anche perchè non c’è nemmeno una carta per terra a ricordare che le centinaia di animatori del Giro d’Italia, della "carovana" per eccellenza, sono stati qui. Ieri, oltre alla bellezza del Giro, lo stesso ha dimostrato a tutti che cosa sia una vera organizzazione. Ieri abbiamo visto cosa vuol dire montare, mostrare e smontare. E pulire e portare via tutto, senza strascici. E così, stamattina, mesta e nettata, piazza Martiri è come era. Unica novità un modesto quanto discreto gazebo montato per i Testimoni di Geova. Ma qualcosa è rimasto: il palco utilizzato da un altro ciclista, il recordman Sciroli. Quel palco era l’unica nota dissonante anche ieri, quando il Giro era in piazza, e da dietro una delle moderne strutture della manifestazione occhieggiava un pezzo di telone, una scritta pubblicitaria stinta quanto fuori luogo. Oggi la struttura, triste e spenta fa bella mostra di sè in piazza. La domina, la governa, la rende vergognosamente misera, quella piazza. E da domenica, a Sciroli (che non è certo responsabile della cosa) il palco non serve più. A chiunque dovesse rispondere che quella struttura con tanto di scritta pubblicitaria servirà ad altro nei prossimi giorni, raccomandiamo un corso intensivo con gli operai del Giro. Loro sanno montare, mostrare, smontare.
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