TERAMO – Aver conservato per anni gli estratti conto della sua banca è servito ad un noto farmacista teramano ad ottenere un rimborso di ben 226 mila euro. Il farmacista, che si è trovato stretto in un bivio tra i tempi lunghi della Asl per i pagamenti e le esigenze di liquidità, ha deciso di denunciare l’istituto bancario a cui si era affidato, perché, a suo avviso, stava praticando degli interessi troppo alti. Si è così rivolto all’associazione Sos utenti che, tramite il presidente dell’associazione stessa Gennaro Baccile e l’avvocato pescarese Emanuele Argento, gli ha fornito l’assistenza legale necessaria. Pochi giorni fa è arrivata la sospirata sentenza del Tribunale di Teramo, che ha condannato la Banca in questione a rimborsare al farmacista quanto versato indebitamente, annullando gli anatocismi, gli Interessi illegittimi, le illegittime commissioni di massimo scoperto, le spese e, soprattutto, respingendo l’eccezione di prescrizione decennale formulata dalla difesa della banca: il risarcimento è stato infatti calcolato dal 1984 in poi. “I correntisti delle Banche di Teramo e dintorni – chiarisce Baccile – possono continuare a richiedere la restituzione degli anatocismi e degli interessi illegittimi sin da quando hanno aperto il conto, purché non sia stato chiuso da oltre dieci anni. Un conto chiuso nel 2002 può essere ancora rimborsato a partire dalla sua apertura anche se fosse avvenuto 30 anni prima. E’ importante però che il correntista abbia conservato gli estratti conto”.
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