TERAMO – “Lo pubblicizzavano come strumento innovativo a complemento del libretto postale, gratuito e semplice nell’utilizzo. Ma per due studentesse universitarie non è stato così”. A raccontare la storia di S.G. e S.N., due universitarie, l’una di Teramo, l’altra di Roma, è Pasquale Di Ferdinando, presidente dell’associazione in difesa dei consumatori “Robin Hood Abruzzo”. Le due ragazze si sono rivolte all’associazione per segnalare delle anomalie del servizio “Libretto postale card”. “Entrambe – racconta Di Ferdinando – avevano bisogno di prelevare ma hanno avuto un’amare sorpresa: si sono rivolte a più uffici postali ma la risposta è stata sempre la stessa: "Carta non abilitata". In alcuni Pos addirittura la carta non entrava. A Roma la prima è stata costretta a recarsi l’indomani alle poste centrali a San Giovanni per scoprire che il problema non era la carta. La seconda si è rivolta ad un direttore di una filiale che le ha consigliato di utilizzare altri sportelli. Il pos, comunque, all’interno funzionava”. L’associazione avvierà due tipi di azioni: un reclamo a nome delle studentesse, e la seconda all’antitrust per pubblicità ingannevole. “E’ insito nella promozione il funzionamento dei 5 mila sportelli automatici – conclude Di Ferdinando – ma nel caso delle due malcapitate tale opportunità non è stata data”.
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