TERAMO – La riperimetrazione della riserva del Borsacchio è legge. A illustrare i contenuti del provvedimento, condiviso dai Comuni di Giulinova, Roseto, dalla Provincia e da alcune associazioni di categoria, è stato il capogruppo regionale di Fli, Berardo Rabbuffo intervenuto in conferenza stampa per difendere le scelte operate. “Le misure di salvaguardia vigenti dopo l’istituzione della Riserva naturale – spiega Rabbuffo – hanno imposto numerosi divieti che in questi anni hanno di fatto bloccano qualsiasi tipo di attività all’interno del perimetro, soprattutto per le strutture ricettive e per quei campeggi che avevano la necessità di realizzare un parcheggio, o un marciapiedi. Con la nuova riperimentrazione, l’area del Parco viene addirittura ampliata, da 1100 a 1150 ettari circa. Le accuse dei cosiddetti ambientalisti risultano essere infondate poiché tutte le aree di interesse faunistico e naturalistico sono all’interno del perimetro approvato”. Rabbuffo spiega inoltre che grazie alla nuova perimetrazione sarà possibile completare il contratto di quartiere nella zona dell’Annunziata a Giulianova attraverso la realizzazione della centrale di teleriscaldamento ed impedendo così che il Comune debba rinunciare e restituire i finanziamenti ottenuti dallo Stato per questo scopo. Le aree rimaste escluse dalla perimetrazione attuale riguardano parte del centro abitato di Cologna, un tratto di spiaggia che collega a Giulianova e 8 campeggi distribuiti tra Roseto e Giulianova. “In Consiglio, grazie anche al voto favorevole dal Pdl e di Claudio Ruffini, ha perso un vecchio modo ideologizzato di fare ambientalismo. La vicenda che ci ha coinvolti sul Borsacchio apre ulteriori riflessioni. Basti pensare che in Abruzzo sui 30 – 35 Parchi e Riserve istituite, soltanto in uno esiste il Piano del Parco (PAN), ed il Borsacchio, non fa eccezione. Non è più possibile considerare la tutela dell’ambiente senza preoccuparsi della sua valorizzazione, che si ottiene attraverso la costituzione dei comitati di gestione, attraverso l’approvazione dei PAN e destinando risorse economiche affinché le aree protette possano funzionare. Diversamente, non otteniamo nulla se non l’impoverimento del nostro territorio e di chi si ritrova suo malgrado solo a subire divieti senza mai poter vedere i vantaggi di essere all’interno di un’area protetta.
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