TERAMO – Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Teramo, Antonella Di Carlo, ha convalidato gli arresti di S.M., 50enne di origini algerine ma residente a Silvi e del convivente C.C. (50), accusati di aver legato per un mese, in una casetta di legno sul lungomare, il figlio 34enne della donna per impedirgli di drogarsi e ubriacarsi. Il giudice ha disposto la remissione in libertà dei due, senza obblighi, in attesa della conclusione delle indagini. Secondo quanto si appreso, la donna nel corso dell’interrogatorio di garanzia si sarebbe assunta tutte le responsabilità circa il sequestro: tra le lacrime ha ammesso di aver segregato il figlio, perchè disperata di fronte al suo continuo ricorso agli stupefacenti e all’alcol. Con le sue dichiarazioni ha dunque tentato di scagionare il convivente, smentendo le dichiarazione rese ai carabinieri da Salvatore P., che non aveva mai provato a urlare nella sua prigione per richiamare l’attenzione dei passanti perchè terrorizzato dal patrigno che lo aveva minacciato di morte. Entrambi i conviventi restano indagati per concorso in sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. Nel pomeriggio i due sono tornati nella loro abitazione di Silvi.
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