TERAMO – “Siamo oltre ogni accettabile scadenza per la riorganizzazione del Sistema Idrico Integrato”. Le accuse arrivano dall Cgil Abruzzo che chama in causa i commissari preposti al riordino. “E’ singolare – scrivono i segretario il segretario Nicola Di Matteo e Giovanni Timoteo della Filctem – che chi è stato chiamato, non ieri, ma 7 anni fa, ad avviare questo percorso, oggi venga a descriverci il disastro che viene consegnato al nostro territorio, senza fare alcuna valutazione sui risultati del proprio operato”. Il riferimento è al “super” commissario Pierluigi Caputi, già Commisario dell’ATO Pescarese (2007), in seguito Commissario Unico di tutti gli ATO Abruzzesi (2009), e, da ultimo Commissario per l’ATO unico regionale (2011). “Eravamo in attesa della convocazione del tavolo di concertazione permanente che i sindacati di categoria avevano voluto ed ottenuto per la verifica della situazione societaria e finanziaria dei gestori e per la programmazione dei piani industriali. Questo confronto doveva contribuire a definire il modello organizzativo del servizio idrico integrato in Abruzzo, a partire dai principi riaffermati dal Referendum, di acqua come “bene comune” e di una gestione pubblica del servizio. Neanche questo percorso però è stato ultimato. Da una parte sono mancati soggetti istituzionali forti ed autorevoli che sapessero svolgere con efficacia il proprio ruolo di programmazione, indirizzo e controllo, dall’altra non c’è stato l’apporto di soggetti gestori capaci, cui affidare la responsabilità di perseguire, senza escursioni affaristiche-clientelari, la gestione di un servizio pubblico essenziale secondo criteri di qualità, economicità e trasparenza”. “Da troppo tempo – assistiamo ad un continuo succedersi di commissariamenti nel settore. Riteniamo che dopo sette anni il tempo sia scaduto e ribadiamo che la gestione commissariale vada superata. Così come è senza dubbio tardiva la convocazione “urgente” di un Consiglio Regionale straordinario sulla problematica, da parte del presidente Chiodi a dimostrazione della totale assenza di una effettiva politica regionale delle acque, oltre che di una visione strategica ed integrata di tutte le connessioni del settore nelle diverse aree territoriali”. Per il sindacato la politica dell’acqua rappresenta una fquestione democratica che non può essere compressa solo dentro una visione economica e le istituzioni, gli Ato, i soggetti gestori, e i sindaci, devono assumere questa priorità, consapevoli che la riorganizzazione del sistema idrico rappresenta un occasione per la politica di dimostrare, “nonostante le inadeguatezze di cui si è resa colpevole”, la capacità di dare risposte alle esigenze del territorio. In questa direzione Filctem e Cgil, chiederanno un incontro urgente con la Giunta Regionale ed una audizione immediata con la seconda Commissione Consiliare competente al fine di rappresentare le proposte per il riordino del sistema idrico integrato.
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