TERAMO – L’Abruzzo e i suoi allevamenti tornano ufficialmente ad affrontare il problema della lingua blu degli ovini, la cosiddetta Bluetongue. Ad oggi sono infatti 32 i focolai di malattia accertati dall’Istituto zooprofilattico Caporale di Teramo, che è laboratorio nazionale di riferimento e centro di referenza per l’epidemiologia, oltre che per il ministero della salute anche per l’organizzazione mondiale della sanità animale. Il primo focolaio era stato registrato in una stalla di bovini nel comune di Tagliacozzo, lo scorso 30 luglio. Da allora la malattia si è diffusa interessando le province dell’Aquila, di Teramo e di Pescara. Il ceppo virale responsabile dell’infezione è il sierotipo 1 del virus Bluetongue, quello stesso rilevato per la prima volta nel 2012 nella parte meridionale della Sardegna e che ha invaso l’anno successivo la Sicilia, il Lazio e la Toscana. Dal 2014 a raggiunto anche buona parte del centro e sud dell’Italia. Nella regione è attivo il Comitato regionale di Zooprofilassi, unità di crisi deputata ad adottare e verificare il rispetto delle misure di contenimento e controllo: la vaccinazione resta a tutt’oggi l’unico strumento per proteggere gli animali dall’infezione, limitarne la diffusione e permettere la movimentazione degli animali dalle aree infette. Ricordiamo che la Bluetongue colpisce gli ovini e i caprini, interessa anche i bovini che in genere però non si ammalano ma possono fungere da serbatoio di infezione per le zanzare che diffondono la malattia. La lingua blu non è pericolosa per l’uomo.
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