TERAMO – Il quadro clinico è stabile, e questo fa ben sperare. Giacomo è in coma, ma nell’equipe del reparto di rianimazione e i genitori in attesa fuori, regna un cauto ottimismo. Domani sarà giorno importante: un esame più approfondito offrirà altri elementi di valutazione sulle conseguenze del trauma alla testa. Ogni ora che trascorre è un punto guadagnato sulla strada della vita, senza dimenticare quello che è stato, quel terribile incidente su quel ponte maledetto, maledetto soprattutto per l’incuria dell’uomo. Giacomo guidava la Citroen C3 che giovedì sera ha ‘saltato’ il parapetto del ponte di Villa Tordinia, che ha portato con sè, in un volo di oltre 10 metri, tre amici diciottenni, Giacomo, Emanuele e Loris, molto uniti e non solo perchè compagni di classe. Una serata come le altre, in un locale a mangiare una pizza a Val Vomano e poi un passaggio a Montorio dove Giacomo gioca a calcio e ha molti amici. Il ritorno verso casa, la discesa verso il ponte, un’incertezza alla guida, la macchina che trova un guard-rail infido invece che sicuro, e l’auto si alza, salta una ringhiera ridicola e vola sotto, retta da alcuni alberi e salvata da un tonfo ancora più profondo sul greto del fiume. Giacomo ed Emanuele svengono, Loris in qualche modo si aggrappa al telefonino senza campo e chiede aiuto al padre: scattano i soccorsi, gli angeli si calano dall’alto, hanno le divise dei vigili del fuoco, del 118 e della Polstrada. All’angoscia dei primi minuti si è sostituita la speranza, che quella porta della rianimazione di spalanchi e un medico dica che tutto è finito, che la convalescenza sarà lunga ma che si è trattato di un miracolo. Fuori, ad attendere, ci sono tantissimi giovani, compagni di scuola dell’Istituto per geometri, della squadra del Montorio 88 (Eccellenza), gli altri amici, i genitori di Giacomo, di Emanuele e anche di Loris che è stato dimesso dopo due giorni trascorsi in osservazione. Tutti trepidano, tutti credono in una buona notizia che farebbe questo Natale ancor più bello per tutti.
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