Mobilificio Di Sante, fenomeno economico che regge da un secolo

TERAMO – Era il 1910 quando Giandomenico Di Sante, da buon capostipite, scese la collina di Castellalto e sistemò la sua falegnameria da 100 metri quadrati dove oggi, a San Nicolò, c’è la caserma dei carabinieri. A fianco c’era la stazione ferroviaria che portava la scritta: «Canzano-Castellalto». E poco più di una decina di case sparse. Da quella falegnameria, nata prima ancora di San Nicolò, è sorto un fenomeno economico che regge da oltre un secolo, il mobilificio Di Sante. Domani, la quarta generazione di imprenditori di questa famiglia festeggia 101 anni di attività, tagliando il nastro della nuova azienda nella storica location alle porte della frazione più popolosa e importante del capoluogo. Giandomenico Di Sante, che del nonno pioniere-artigiano-bracciante agricolo porta il prestigioso nome, farà come abitualmente per lui, il perfetto anfitrione accanto ai figli Marcello, Attilio e Tiziana. Per una sera, il mondo locale si raccoglierà lì, tra la villetta, il mobilificio, il distibutore di benzina e il supermercato, il concentrato di imprese che fa del gruppo Di Sante Mobili una concreta realtà che resiste attraverso le crisi economiche, le riconversioni, le specializzazioni del settore. Anzi, raddoppia. Su un’area complessiva di 30mila metri quadrati, un terzo è dedicato all’esposizione, un’altra parte all’assemblaggio  dei prodotti che arredano una casa intera. Questi numeri e l’appuntamento di domani alle 19, sono la sintesi di quanto il presidente della Banca dell’Adriatico e la sua famiglia sono riusciti a costruire, partendo da quella falegnameria del 1910, diventata poi attraverso l’opera e le intuizioni del cavaliere Ermenegildo Attilio, nel 1959-61, un polo industriale del settore del mobile. Esperienza, ma soprattutto passione e preparazione al mercato, trasmessa da Attilio a Giandomenico e adesso a Marcello Di Sante. Che dietro le quinte è l’organizzatore e il regista della nuova fase industriale che affronta il secondo secolo di vita.