Sparatoria: indagato il poliziotto per omicidio colposo. Trovata l'arma della vittima: era senza caricatore

TERAMO – Si chiamava Marjan Kerimi, era albanese e aveva 20 anni, il giovane ladro ucciso la scorsa notte nel corso di un conflitto a fuoco con gli agenti di una volante della questura di Teramo che lo avevano sorpreso assieme ad altri tre connazionali a bordo di un’autovettura rubata a Castelnuovo Vomano. Le indagini sulla tragica sparatoria fanno registrare le prime novità, come l’iscrizione nel registro degli indagati dell’agente che ha sparato contro l’albanese, uccidendolo: è atto dovuto, che permette lo svolgimento dell’autopsia, in programma molto probabilmente domani, affidata al professor Vittorio Fineschi, medico legale dell’Università di Foggia. L’ipotesi di reato per cui l’agente viene coinvolto nell’indagine non è quella di eccesso colposo di legittima difesa ma di omicidio colposo. E’ giá stato ascoltato dal magistrato questa mattina.

TROVATA LA PISTOLA DELLA VITTIMA, SENZA CARICATORE. A tal proposito, diventa fondamentale l’altra novità dell’inchiesta, e cioè il ritrovamento e sequestro della pistola che la vittima avrebbe impugnato all’indirizzo dei poliziotti e che avrebbe scatenato la reazione di questi. L’arma è una calibro 9 marca "Star", di fabbricazione spagnola, ed era priva del caricatore e dei proiettili. Kerimi, secondo fonti giudiziarie, sarebbe stato raggiunto tra spalla sinistra e petto da un solo colpo partito dalla pistola calibro "9 lungo" d’ordinanza di uno dei due agenti. Uno solo ha dunque attinto l’albanese, quattro in totale sarebbero stati i proiettili sparati dall’arma della polizia.

LA VITTIMA ERA LATITANTE, LA BANDA SEGNALATA PER FURTI. L’albanese deceduto nonostante la giovane età, aveva già precedenti con la giustizia. Era latitante, perchè dall’11 luglio scorso nei suoi confronti era stato emesso un ordine di carcerazione dalla Procura della Repubblica di Firenze, ufficio esecuzioni penali, per reati in materia di stupefacenti. Anche la macchina, una Mercedes CLS 320 CDI, rubata lo scorso 1° novembre a Macerata, era stata segnalata e cercata da numerose forze di polizia: diverse testimonianze la indicavano presente nelle zone dove erano stati compiuti dei furti, come a Chieti il 3 novembre, a Popoli il 9 novembre e ieri pomeriggio nella zona di Basciano.

LE INDAGINI. Intanto i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Teramo, che conducono le indagini sulla sparatoria assieme agli agenti della squadra mobile della stessa questura teramana, hanno effettuato un altro sopralluogo in via Tasso, il luogo dove è avvenuta la tragica sparatoria. La macchina, sotto sequestro, era piena di refurtiva e arnesi per lo scasso: gli investigatori hanno rinvenuto portafogli, borse, un PC portatile e vario materiale attualmente al vaglio.