Verrocchio (Pd) su Oncologia: "Ora soluzioni definitive"

TERAMO – Sui problemi, e le polemiche, che hanno investito in questi giorni il reparto di Oncologia, prende posizione il segretario del pd Robert Verrocchio, secondo cui l’intervento della Asl (disporre una turnazione più frequente del personale medico) rappresenta certamente una boccata d’ossigeno per il reparto, ma non risolve i problemi alla radice. "L’emergenza è stata tamponata a seguito di una protesta cui non si sarebbe neanche dovuti arrivare –spiega Verrocchio in una nota – ma rimangono tutte le questioni strutturali della vicenda A Teramo servono nuovi operatori, nuove stanze per la degenza e deve riaprire il Dipartimento, così come indicato dal ministero. Voglio anche sapere cosa sta facendo la dirigenza Asl per evitare che questa estate il reparto chiuda nuovamente "per ferie”. Il “caso oncologia” per Verrocchio mette in evidenza le contraddizioni all’interno della sanità teramana: “Varrassi diceva che tutto era ok, Chiodi manda gli ispettori dopo aver capito ceche non è da paese civile mettere a disposizione un solo medico per 27 malati in fila . “Anche Chiodi ritiene come il capogruppo del Pdl Lanfranco Venturoni che i malati di Oncologia possono essere curati nel reparto di Medicina? E’ assurdo che a dettare le linee strategiche della sanità sia un capogruppo”. Adesso per Verrocchio è ora di uscire dall’emergenza in modo definitivo e a questo proposito domanda: “Quali sono le intenzioni della dirigenza della Asl su Oncologia?”. Sulla vicenda dell’unita operativa di oncologia ha preso posizione anche il consigliere comunale dell’Idv, Valdo Di Bonaventura che definito l’epilogo “una vittoria della “Teramo civile  e un’occasione persa del manager Varrassi”.“Non si può essere sordi e ciechi alle sollecitazioni dei cittadini che vivono il dramma della malattia oncologica – ha dichiarato il consigliere Di Bonaventura – in  passato a nulla sono valsi gli inviti del Tribunale del Malato che per primo sollevò il problema  e poi dal sottoscritto che si attivò anche  mediante petizione popolare raccogliendo  circa 3100 firme. Le problematiche del Mazzini sono tante ed è evidente che di fronte alle maggiori richieste di prestazioni le difficoltà operative aumentano, ma proprio per queste ragioni ci vuole maggior rigore e attenzione. Bisogna tornare a ragionare in termini di buona sanità – conclude l’esponente dell’Idv – e non in termini clientelari con logiche che  favoriscono professionista  a discapito di qualcun altro.. La buona sanità è un diritto irrinunciabile e come tale va salvaguardato con forza.