Il Pd prepara le primarie per dicembre, con l'incognita Di Pietro

TERAMO – Cosa succede nel Pd? Ad agitare le acque, in vista delle prossime elezioni comunali, c’è la nascita di una lista, che ha tra i principali organizzatori Giacomino Di Pietro, che non sosterrà Giovanni Cavallari, indicato come candidato del Pd. Cavallariche, comunque, dovrebbe superare due scogli: quello delle sue riserve personali, ancora non ufficialmente sciolte, e quello delle primarie di coalizione. Intanto però gli occhi sono puntati su questa lista, che, a detta dello stesso di Pietro «è in fase embrionale». La domanda è una: appoggerà Brucchi? La risposta non è del tutto chiara: «di certo – afferma Di Pietro, che si riserva di lasciare nuove dichiarazioni a breve – non appoggerà Cavallari, abbiamo fatto degli incontri e torneremo a riunirci anche stasera, ma al momento non è stato stabilito nulla, d’altronde non è neanche certo che Cavallari sarà il candidato del centrosinistra a sindaco di Teramo».

LE REAZIONI –  E le reazioni non si fanno attendere. Il presidente regionale del Pd Manola Di Pasquale nega che esista una “spaccatura” nel Pd, precisando che «Giacomo Di Pietro non è più iscritto al partito e non ricopre ruoli dirigenziali da diverso tempo ed è quindi, libero di fare le sue scelte». Questa la premessa, ma poi Di Pasquale continua chiedendo di «mettere fine alle sterili discussioni e le inutili prese di posizioni degli ultimi giorni: è necessario lavorare per l’unità e la crescita del partito, e per un programma di città che ridia a Teramo quella dignità culturale e lo splendore che merita e che negli ultimi anni di amministrazione Brucchi ha totalmente perso». Il presidente regionale sottolinea anche che il partito non deve abbandonare «i valori e le esperienze che l’anima cattolica democratica già Margherita, rappresentano nella città di Teramo, esse sono  una parte essenziale e costitutiva del partito democratico». Valori senza i quali «la figura del candidato sindaco rimarrebbe inevitabilmente zoppa». Di Pasquale, che, lo ricordiamo, rappresenta la componente “Renziana” del partito, sostiene Cavallari, invitandolo ad accettare la candidatura alle primarie e a non trascurare i valori  dell’ex Margherita. «E’ bene – afferma Di Pasquale – lavorare insieme  in una unità di esperienze e culture per raggiungere l’obiettivo di ridare a Teramo un governo di centro sinistra che sia espressione di progettualità politica e amministrativa; mettiamo da parte gli odi e rancori del tutto personali e fuorvianti e guardiamo ad un forte centro sinistra all’altezza delle aspettative di nostri elettori».

Secondo il consigliere e segretario comunale del Pd Alberto Melarangelo non tutto è perduto, anzi: la lista di Di Pietro potrebbe comunque partecipare alle primarie. «Se a loro non va bene Cavallari – afferma – possono comunque esprimere un candidato alternativo per partecipare alle primarie di coalizione. Noi stiamo lavorando per questo, coinvolgendo sia l’ex Idv che le altri componenti di sinistra e quella civica, che esprimeranno i loro nomi. Stiamo costruendo un’esperienza comune, il nostro scopo è quello di essere una vera alternativa al centrodestra, che ci ha messo di fronte ad una città bloccata, otturata. Se anche Di Pietro vuole partecipare a questo progetto che mira a costituire un’alternanza reale a Brucchi può dare il suo contributo, sinceramente un cambio totale di casacca lo troveri disgustoso, noi non siamo per il trasformismo. In ogni caso a me sta a cuore parlare dei programmi per la rinascita di Teramo, e dei punti centrali che stiamo mettendo nero su bianco durante i nostri incontri: è fondamentale avere un programma da presentare ai cittadini e condividere».

LE PRIMARIE – Il Pd punta alla più ampia partecipazione alle primarie di coalizione, che saranno aperte anche ai non iscritti ai partiti. L’idea al momento è quella di realizzare una sorta di “Primarie day” mettendo insieme quelle per la Regione e quelle per le candidature amministrative, che si potrebbero svolgere entro i primi di dicembre. Ovviamente è fondamentale conoscere la data delle elezioni regionali. «Il Presidente Chiodi – conclude Melarangelo – dovrebbe fissarla subito, le elezioni dovrebbero tenersi entro il 15 marzo, è inutile continuare a fare il gioco delle tre carte».