Discarica La Torre, spunta uno studio "segreto" sul percolato

TERAMO – «Il Comune ha tenuto segreto uno studio, commissionato dall’Ente stesso, da cui si evince qual è la causa dell’ingente produzione di percolato». L’accusa è lanciata dal consigliere della lista “Città di Virtù” Valdo Di Bonaventura, che, alla luce dell’aumento dell’8% della Tia, la tassa di igiene ambientale, va alla fonte del problema, indicando da dove viene una parte di questo incremento, che pesa sulle tasche dei cittadini. «Nel Piano economico e finanziario – spiega Di Bonaventura – si legge con chiarezza che lo smaltimento del percolato costa quasi 600 mila euro, costi che vengono fatti ricadere sulla Tia, almeno il 4-5% dell’aumento è dovuto a questa voce». Ma da dove arriva tutto questo percolato e perché finora non si è riusciti nonostante i costosi interventi e bloccarne la produzione? Di Bonaventura tira fuori uno studio datato giugno 2011, e redatto dall’Astra che mette in luce il problema dlele infiltrazioni d’acqua. “Nella discarica – si legge nelle considerazioni conclusive del documento – entra acqua di origine di origine meteorica in quantità considerevoli, ma non solo e non in prevalenza dalla copertura superficiale provvisoria. Il percolato particolarmente  diluito presente nella parte alta della discarica fa ritenere che gli ingressi di acqua avvengano in corrispondenza del coronamento sommitale della discarica”.  La perizia prosegue e in un altro passaggio si legge “Tale situazione (ossia l’ingresso nella discarica di acque provenienti dal versante) può essere aggravata dalla cattiva efficienza della parte alta del canale di sgrondo perimetrale che può addirittura contribuire ad aumentare l’ingresso di acque piovane nelle coltri superficiali”. Alla luce di questi dati, Di Bonaventura lancia una serie di interrogativi all’amministrazione comunale, che riporterà anche nel Question Time di domani. «Perché – chiede – il Comune ha tenuto nascosto questo studio? Perché non ha fatto nulla per limitare la produzione di percolato? Cosa intende fare in base ai dati raccolti?». Secondo Di Bonaventura, infine, visto che la causa della produzione del percolato è in gran parte ascrivibile alle piogge, e vista l’abbondanza di precipitazioni degli ultimi giorni, è da ritenere che la cifra messa in conto dalla Team potrebbe anche non essere sufficiente a coprire i costi.