Tassa sui rifiuti, il grido d'allarme delle imprese teramane: «Pressione fiscale insopportabile»

TERAMO – “Le imprese non sono più in grado di sopportare ulteriori aggravi della pressione fiscale”. E’ questo il grido d’allarme delle associazioni datoriali teramane che nei giorni scorsi hanno inviato una lettera-appello al sindaco Maurizio Brucchi per chiedere misure a sostegno del tessuto imprenditoriale della città. Le richieste riguardano in particolare il nuovo regolamento della tassa Tari, la cui approvazione è prevista nelle prossime settimane. “Nella definizione dei criteri per l’applicazione della tassa sui rifiuti”, si legge nel documento congiunto i presidenti di sei associazioni di categoria (Ercole Cordivari per Confindustria, Alfonso Marcozzi per l’Api, Giandomenico Di Sante per Confcommercio, Giulio Falone per Casartigiani, Gianni Mancini del Gruppo Consorform, Gianfredo De Santis per la Cna), “si tenga conto del “momento particolare che le imprese teramane stanno vivendo”.

LE RICHIESTE DELLE ASSOCIAZIONI – Cinque nello specifico le istanze dei firmatari e che riguardano l’esclusione dalla famigerata Tari delle le aree dove si producono i cosiddetti “rifiuti speciali per i quali i privati già sostengono in proprio i costi dello smaltimento affidandolo a soggetti autorizzati”; di quelle dove si producono i “rifiuti speciali non pericolosi, assimilati agli urbani nel caso non sia garantito il servizio di smaltimento” e dellearee scoperte pertinenziali/accessorie delle utenze non domestiche, adibite a qualsiasi uso e non suscettibili di produrre rifiuti (come ad esempio parcheggi, piazzali di manovra e strade d’accesso). Nella lettera si chiede inoltre l’esclusione dalla tariffa anche per aree coperte come le mense e gli uffici delle aziende nelle quali “non si svolge nessun tipo di attività di produzione di beni e/o servizi a causa di chiusure, crisi o riorganizzazioni”. Per le imprese del settore alberghiero, le indicazioni sono invece due: una riduzione della Tari per le attività stagionali e l’applicazione del principio “chi inquina meno paga meno” per cui “chi effettivamente ospita di meno dovrebbe pagare meno di chi in realtà accoglie di più”. Lo strumento di riferimento per definire la tariffa, in questo caso, dovrebbe essere l’indice di occupazione più dei metri quadrati tassabili. “Raccomandiamo in particolare – questo in sintesi l’appello rivolto dai firmatari al primo cittadino – di contenere quanto più possibile la tassazione locale, in considerazione del fatto che le imprese non sono più in grado di sopportare ulteriori aggravi della pressione fiscale”. Le associazioni di categoria chiedono infine al sindaco un incontro per confrontarsi sui punti del documento, da svolgersi prima dell’approvazione del nuovo Regolamento Tari.