TERAMO – No al concordato preventivo per Teramo Lavoro, la società in house della Provincia di Teramo, in liquidazione dallo scorso mese di febbraio. Lo hanno sancito i giudici del tribunale fallimentare, dichiarando inammissibile la richiesta di aderire alle procedure concorsuali fatta dal commissario liquidatore Gabriele Recchiuti la scorsa settimana. Con una decisione-lampo, dunque, i giudici Cappa, Cirillo e Cannavale hanno spento gli entusiasmi di chi avrebbe visto nell’intervento della giustizia fallimentare una soluzione alla grave problematica debitoria della società pubblica. La pronuncia dell’ufficio procedure concorsuali, oltre ad essere prima pronuncia giudiziaria sulla Teramo Lavoro, è anche la prima ‘certificazione’ ufficiale della natura giuridica di Teramo Lavoro, dopo anni di discussione e incertezze: è la stessa che in sostanza sta alla base del rigetto della richiesta, ovvero che si tratta di una società pubblica e come tale esclusa dalle procedure concorsuali secondo quanto stabilito dalla legge fallimentare. Nessun ricorso dunque al ‘salvagente’ del tribunale per la ‘in house’ e palla che torna al mittente, ovvero commissario liquidatore e di conseguenza alla Provincia. Essendo emanazione diretta e sotto il controllo della Provincia, le alternative per una soluzione a favore della massa dei creditori sono il dissesto finanziario o il saldo dei debiti. Dei quali l’unca a poterne rispondere è la Provincia di Teramo.
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