Delitto di Intermesoli, c'è un primo indagato

TERAMO – C’è una prima svolta nelle indagini sul delitto di Renato Bellisari, il pensionato 77enne, massacrato con sette colpi di bastone nella sua abitazione di Intermesoli e il cui cadavere era stato scoperto lo scorso 25 settembre. A quasi due mesi dall’omicidio, c’è un primo nome sul registro degli indagati per omicidio volontario. Non trapelano particolari dalle strettissime maglie dell’inchiesta, condotta fino ad oggi nel riserbo più assoluto dal sostituto procuratore Andrea De Feis e dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Teramo, ma almeno una pista è individuata: è quella del delitto maturato negli ambienti locali, dunque anche nella cerchia di conoscenza, quantomeno di ‘vicinanza’ di residenza ad Intermesoli. Nei giorni scorsi i primi risultati rientrati dai laboratori del Ris dei carabineri di Roma e una serie di controlli incrociati nonchè perquisizioni in alcune abitazioni e in una attività commerciale del posto, hanno dato agli inquirenti alcuni elementi più importanti e forse decisivi per circoscrivere a un nome la partecipazione all’efferato delitto. E’ anche probabile che questa iscrizione sia propedeutica all’esecuzione di alcuni atti irripetibili nel corso delle indagini o per prelievi di campioni biologici da comparare con quelli rilevati sul luogo del delitto. Bellisari, la cui salma riposa adesso in Canada, fu trovato con il cranio fracassato nella sua abitazione di via Baracca a Intermesoli. Il corpo era in un lago di sangue in cucina: l’autopsia aveva confermato la presenza di sette colpi, inferti con un corpo contundente, sull’osso parietale destro della testa di pensionato e la datazione del decesso ad almeno 36 ore prima del ritrovamento.