Prati di Tivo, Confartigianato fa le pulci agli sprechi e parla di rilancio "impossibile"

TERAMO – Quali attrattive per il rilancio di Prati di Tivo? Quali soluzioni per estinguere un debito che si aggira sui 12milioni di euro? A contestare duramente la gestione politica della Gran Sasso Teramano, a partire dalla gestione riconducibile al senatore Doriano Di Benedetto, è il presidente della Confartigianato Luciano Di Marzio intervenuto in qualità di consigliere della Camera di Commercio, ente socio della società appaltante l’affidamento degli impianti di risalita alla Siget. Di Marzio si rivolge al presidente della provincia Di Sabatino per sollecitare l’ente a un maggior rigore sulle spese e gli sprechi perpetrati nel tempo che avrebbero depauperato l’appeal della montagna teramana. «La Gran Sasso utilizzò un mutuo di 4 milioni di euro sottoscritto dall’ente camerale per l’acquisto di attrezzature quali battipista, motoslitte e altro: dove sono finite queste attrezzature e in che stato si trovano? Come si può sperare nel rilancio di Prati di Tivo se non si realizza la strada Forca di Valle – Prati di Tivo? Come è possibile che a Campo Felice, a Ovindoli ed altre località negli anni sono stati realizzati altri impianti?». Nonostante i fondi spesi negli anni per incrementare l’offerta- spiega Di Marzio- a Prati di Tivo esiste ancora una sola pista alla quale si accede dalla nuova cabinovia e dal Pilone. Come possiamo sperare che gli amanti della montagna scelgono la nostra località per sciare? Purtroppo si è perso un treno che si presuppone non ripasserà più. Di chi sono le responsabilità di tutto questo? Chi pagherà questi immensi danni?” Di Marzio si dichiara infine preoccupato per l’estizione dello scoperto che si aggira sui 12 milioni di euro acceso presso un istituto di credito. “Quella somma è stato utilizzata per realizzare la cabinovia ai Prati di Tivo e che la Camera di Commercio di Teramo dovrà pagare per quanto di sua competenza. Non è possibile che per tanti anni invece di una gestione diretta degli impianti da parte della Gran Sasso Teramano Spa si siano lasciati gestire a società private capitali e attrezzature, queste ultime, da quello che si legge nei quotidiani, ora lasciate abbandonate sotto le intemperie. Chi pagherà questi ulteriori danni?”