La Resistenza valore attuale anche a 70 anni di distanza

TERAMO – Mattinata di celebrazioni a Teramo per il 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e la liberazione dal nazifascismo. L’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale di Teramo, dalla Provincia di Teramo e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Teramo ha previsto il raduno delle autorità civili e militari, delle associazioni combattenti e di tanti cittadini al Monumento al Partigiano in Largo Madonna delle Grazie. Il Prefetto di Teramo Valter Crudo, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, il sindaco Maurizio Brucchi e il senatore Antonio Franchi, Presidente dell’Anpi, hanno deposto una corona d’alloro. Il corteo di gonfaloni, seguito da un nutrito numero di partecipanti, sulle note di “Bella ciao“ ha proseguito lungo via Savini, piazza Martiri della Libertà, via Delfico per giungere a Viale Mazzini presso il monumento ai caduti di tutte le guerre, dove è stata deposta una seconda corona di alloro e tenuti i discorsi ufficiali delle autorità. Nel ricordare  gli eventi storici che portarono alla liberazione del nostro Paese hanno fatto il parallelismo con la difficile situazione attuale, nazionale e internazionale. Il senatore Franchi ha sottolineato l’importanza del 25 aprile come "festa nazionale di tutti gli italiani, istituita per difendere ciò che abbiamo di più caro: la libertà. Non bisogna dare retta ai cosiddetti disfascisti, coloro che vogliono spianare i campi rom e speculare sull’immane tragedia dei migranti. E’ tempo di finirla con posizioni populiste che invocano scorciatoie pericolose, in quanto l’Italia ha conosciuto altri tipi di populismi, che trascinarono il paese prima in vent’anni di dittatura e poi nella tragedia della guerra. Oggi più che mai – ha concluso – la Resistenza vive nella Costituzione Repubblicana, che è il fondamento della nostra libertà e del nostro Stato democratico”. Le celebrazioni sono terminate presso la villa comunale di Teramo Stefano Bandini  dove è stato reso omaggio ai monumenti dei Martiri della Resistenza Alberto Pepe, Mario Capuani, Romolo Di Giovannantonio e Berardo D’Antonio.