No alla teoria gender nelle scuole, la risoluzione di Gatti incassa anche l'ok del Pd ma è polemica

TERAMO – La Regione Abruzzo di "No" all’insegnamento della teoria “gender” nelle scuole abruzzesi: ieri la quarta commissione d ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione,presentata da Paolo Gatti di Forza Italia. Gli unici “no” sono stati quelli del movimento cinque stelle, che però si è comunque dichiarato contrario all’insegnamento a scuola delle teorie gender. La risoluzione impegna l governo regionale a stipulare un accordo con l’ufficio scolastico regionale, teso ad escludere che la divulgazione nelle scuole delle teorie gender rappresenti un bisogno educativo. «La teoria gender – di legge in un passaggio della risoluzione – non soltanto è contraria al diritto naturale ma contrasta col fatto che l’umanità è sempre stata caratterizzata da un chiaro dimorfismo sessuale (differenza morfologica tra individui appartenenti alla medesima specie ma di sesso differente), maschio/femmina, il cui determinante biologico è rappresentato dal cromosoma Y: la sua presenza costruisce il maschio, la sua assenza realizza la femmina". Sulla risoluzione ha espresso forte disapuutno Sinistra ecologia e libertà che ritiene grave la posizione presa dal capogruppo del Partito Democratico Mariani ed altri esponenti dello stesso PD. «Hanno votato a favore della suddetta risoluzione  esprimendo, di fatto, la loro contrarietà ad un provvedimento inserito nel Decreto ‘Buona Scuola’ dal loro stesso Partito a livello nazionale. Quest’ultimo non vuole affatto, come si legge nella risoluzione, "finanziare programmi di indottrinamento contro il diritto e la realtà naturale", bensì fornire preziosi strumenti a insegnanti e studenti volti alla prevenzione e al contrasto del bullismo in generale e di ogni forma di discriminazione e violenza, secondo le linee-guida suggerite dall’Oms. Marco Rapino, segretario regionale del PD, ha il dovere politico di fare chiarezza perchè questa vicenda, ancora una volta, porta l’Abruzzo sulla ribalta nazionale per l’anacronismo della sua classe dirigente». Sulla risoluzione ha espresso forti perplessità anche l’assessore regionale all’Istruzione Marinella Sclocco che dichiara:"La proposta di risoluzione avanzata dalla Commissione Consiliare, che mira ad impedire un eventuale indottrinamento nelle scuole sulla teoria gender, appare offensiva, fuorviante e frutto soltanto di una strumentalizzazione che tira in ballo la scuola". La teoria gender non esiste e non ha alcun fondamento scientifico. Per questo – sottolinea Sclocco – quella votazione è un’offesa al mondo della scuola e alla responsabilità e alla serietà dei docenti. Mi spiace rilevare, quindi, che la risoluzione proposta non è altro che un inutile esercizio di propaganda politica, in quanto il ministero dell’Istruzione ha già escluso qualsiasi tipo di insegnamento di teorie gender nella scuola italiana. Tale circolare del luglio scorso è ben conosciuta ed applicata anche dall’Ufficio scolastico regionale. E con il ministro Giannini – conclude l’Assessore – concordo nel dire che chi parla di teoria gender compie una ‘truffa culturale’"