Guardie mediche, Mariani e Pepe: «Troveremo una soluzione ma il problema l'ha creato Chiodi»

TERAMO – Incontro alla Asl tra i vertici dell’azienda e l’assessore regionale Dino Pepe accompagnato dal consigliere e capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani. Sul tavolo il nodo delle otto guardie mediche che dovrebbero essere progressivamente chiuse nei prossimi sei mesi. «Siamo vicini ai Sindaci – hanno detto Mariani e Pepe -, ai cittadini e a tutto il territorio in questa vicenda che speriamo e ci auguriamo possa concludersi con un lieto fine». I due amministratori ricordano come questa riorganizzazione prevista dalla Asl «è una questione che abbiamo ereditato dal precedente Governo regionale di centrodestra, conseguente e naturale derivazione del Decreto del 27 Agosto 2013, emanato dal precedente Commissario ad acta della Sanità abruzzese, Gianni Chiodi». 

Quel decreto assicurava un rapporto tra medici di continuità assitenziale e abitanti di uno a 3.982. «Il commissario Chiodi – otengono Mariani e Pepe – scrisse che le citate proposte aziendali non avrebbero penalizzato i comuni interni, ma avrebbero riportato a livelli consentiti la presenza massima di medici di guardia medica sul territorio regionale ed aziendale favorendo la dislocazione delle sedi di continuità assistenziale nei comuni montani rispetto ai comuni con più alta intensità abitativa che già beneficiano di una rete più consistente di servizi sanitari: purtroppo, anche se la legge permetteva 1 medico ogni 3.500 abitanti, il governo di centrodestra approvò un piano di riorganizzazione che avrebbe assicurato il rapporto di 1 medico ogni 3.982 abitanti su tutto il territorio regionale, portando, così facendo, alla chiusura di più sedi di Guardia Medica. Nel caso specifico del territorio teramano la Regione Abruzzo approvò il piano di riorganizzazione della asl teramana che prevedeva la chiusura di Campli, Castellalto, Cermignano, Colledara, Fano Adriano, Nereto, Torricella Sicura e Valle Castellana, tutti territori dell’entroterra, mentre nel decreto si dichiarava che i territori interni non sarebbero stati penalizzati». Mariani e Pepe hanno garantito un lavoro a stretto contatto con la Al teramana, seguendo da vicino la vicenda, sperando di poter individuare una soluzione del problema.