Licenziata come 'talpa' dell'ex dg Di Matteo, reintegrata dal giudice

TERAMO – A febbraio del 2014 era stata licenziata da Banca Tercas nell’ambito dei procedimenti disciplinari assunti dall’Istituto nei confronti di alcuni dipendenti accusati di aver fornito notizie riservate all’ex Dg, Antonio Di Matteo. Un licenziamento quello di D.B., annullato dal giudice del lavoro Giuseppe Marcheggiani che, nell’accogliere parzialmente il ricorso presentato dalla lavoratrice, ha condannato Banca Tercas (oggi acquisita dalla Popolare di Bari) a reintegrare la dipendente nel posto di lavoro precedentemente occupato e a risarcirle il danno causato dal licenziamento, quantificato in 12 mensilità e nella ricostituzione della posizione previdenziale della lavoratrice mediante il versamento dei contributi dovuti per il periodo dell’estromissione della lavoratrice dal posto di lavoro.

Alla donna, in particolare, veniva contestato di aver fornito a Di Matteo, consegnandola ad un altro dipendente Tercas che gliel’avrebbe successivamente fatta avere, una perizia estimativa su un immobile, divulgando dunque notizie riservate, e di aver scambiato con l’ex dg alcuni sms a cui la banca attribuiva una portata lesiva nei confronti dello stesso istituto di credito. Circostanze che, per il giudice del lavoro, sono "inidonee ad integrare gli estremi di una giusta causa o di un giustificato motivo soggettivo del licenziamento, che va dunque annullato, prestandosi ad essere valutate quali addebiti disciplinari minori, per cui l’attrice avrebbe potuto essere
assoggettata a sanzioni conservative".