Riesplode il tormentone pedaggi dell'A24. D'Alberto: «Mobilitazione il 31 dicembre. Ma spero ci siano anche i deputati eletti qui»

TERAMO – Il tormentone di ogni fine anno torna puntualmente con tutta la sua drammaticità: con l’avvicinarsi del primi gennaio si avvicina anche l’ennesimo rincaro del pedaggio di un’autostrada che direttamente interessa tutti i teramani che viaggiano in direzione L’Aquila e Roma, la A24. L’allarme lanciato dalla società che la gestisce, Strada dei parchi, è rimasto inascoltato dal Governo o, meglio, da quel ministro Toninelli che si dimostra sempre più autoritario e sordo alle esigenze del territorio e dei cittadini: mancano infatti soltanto tre giorni (contandoci anche il 31 lavorativo) per evitare la stangata di fine anno, con aumenti che potrebbero arrivare al 18,48%. Dopo la sospensione momentanea, infatti, le tariffe aumenterebbero del 12,89% (per la retroattività prima della sospensione dell’aumento) con l’aggiunta del 5,59% dello scatto previsto dalla convenzione con Strada dei Parchi. Solo il Governo può bloccare l’aumento, ma il Governo finora tace.

Tra i primi a protestare c’è il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, il quale critica «il lassismo, l’incoscienza e la superficialità di un Ministro che forse non ha ben compreso la portata drammatica che tali aumenti comporterebbero per il nostro territorio. Quando su una tematica si concentrano le attenzioni di così tanti Sindaci – è il pensiero di D’Alberto -, senza distinzioni di colori politici, chi governa dovrebbe avere la capacità e la sensibilità istituzionale di ascoltare e di ricevere i Sindaci portatori di tali istanze, ma con estrema arroganza tutto questo non è mai accaduto». Il sindaco di Teramo ricorda che questa autostrada è anche quella che ‘soffre’ la messa in sicurezza dei viadotti e delle infrastrutture, della sicurezza dell’acqua del Gran Sasso: «E allora eccoci a 4 giorni dalla scadenza ultima: siamo pronti a mobilitarci il prossimo 31 dicembre insieme agli altri Sindaci e Comuni interessati, a battere i pugni, a far sentire la voci di tutti coloro che dal prossimo 1° gennaio non potranno più viaggiare sulla tratta Teramo-Roma a causa di costi spropositati e divenuti insostenibili. Ci aspettiamo, però, che così come noi, amministratori del territorio, siano presenti anche i Deputati, specie quelli di maggioranza, affinchè si battano per il territorio che li ha eletti. Sarebbe gravissimo se ancora una volta ci si fermasse solo alle promesse elettorali, lasciando poi invece spazio ad una desolante realtà».