"La camorra scelta di vita", il caso Di Matteo arriva sul tavolo della Procura federale

TERAMO – L’infelicissima frase sulla camorra pronunciata dal fresco neo amministratore delegato e socio di minoranza del Teramo Calcio, Nicola Di Matteo, fa il giro d’Italia e riporta club e città, ancora una volta, al centro delle cronache nazionali e il tesserato biancorosso alla Procura federale. L’intervista rilasciata al blogger Giancarlo Falconi a margine della sua presentazione ufficiale allo stadio, suscita la condanna del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto e del capogruppo consiliare del Pd, Luca Pilotti, ma anche quella del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra e del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. Quest’ultimo ha anche segnalato il caso alla Procura Federale perchè dedica di intervenire e ha attivato il Comitato etico presieduto dal prefetto Francesco Cirillo. «Una dichiarazione assurda e vergognosa. La camorra è una organizzazione criminale che nulla può accomunarci – ha dichiarato il presidente della Lega Pro -. Noi siamo e saremo contro sempre senza se e senza ma». Il presidente della Commissione antimafia, il cinquestelle Morra ha twittato «stupore e riprovazione per le parole dell’amministratore delegato del Teramo Calcio. Lo sport non può che essere rispetto delle regole, chi considera la camorra una realtà da rispettare è evidentemente un soggetto che dello sport e non solo non ha capito lo spirito».

A lanciare la crociata etica, in tarda mattinata, contro la frase "la camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettano loro, loro hanno rispettato me», era stato il capogruppo del Pd in Consiglio, Pilotti, seguito dal suo sindaco Gianguido D’Alberto. «La camorra è una scelta di morte e non di vita. Nessun cittadino teramano si riconosce in parole che non denuncino come la camorra, al pari di ogni altra organizzazione criminale di stampo mafioso, sia sopraffazione, delinquenza, dispregio delle leggi e della Libera convivenza – ha commentato il primo cittadino -. Non possiamo accettare che chi si unisce alla nostra comunità in qualche modo giustifichi o "rispetti" quei comportamenti, quelle scelte di vita e quella cultura». "Sconcerto e disapprovazione" ha espresso a nome del Pd, il capogruppo consilaire Luca Pilotti: «La camorra è una gravissima e pericolosissima forma di criminalità organizzata. È inaccettabile che tali parole siano pronunciate da una persona inserita in un contesto societario che rappresenta e spende il nome della nostra Città ed occorre che il signor Di Matteo chiarisca di fronte ai Teramani tutti le dichiarazioni rese». Il Pd parla di “persone non benvenute a Teramo chi la pensa così, giacché non si può accettare che passino messaggi di questo genere, che tendono a minimizzare quella che è una dura e drammatica realtà: che la camorra è una organizzazione criminale di stampo mafioso e non una scelta di vita".

La nota che lo stesso Di Matteo, nel pomeriggio, ha fatto pervenire alla stampa, in sostanza non ha rimess però le cose a posto. Chi si aspettava che rinnegasse la frase e la considerazione sulla camorra, è rimasto deluso: «Non rinnego la mia terra, né le mie origini, ci mancherebbe, così come fa parte del mio animo rispettare tutti, ma ribadisco un concetto già affermato, per evitare ulteriori malintesi – ha ripetuto in sostanza Di Matteo -: ognuno di noi ha il diritto di scegliersi la sua strada e di disegnare il proprio percorso, ma quel tipo di vita non mi piaceva, né la reputo raccomandabile. La serietà professionale e lo spirito di sacrificio sono stati gli unici ingredienti capaci di portarmi dove sono ora, con lealtà e rettitudine». E si affretta a chiedere alla città di Teramo, con buona dose di retorica, di essere giudicato «non per i classici luoghi comuni che caratterizzano il nostro Paese, viste le mie origini, ma per il lavoro che metterò in opera: sono un’entusiasta del calcio e cercherò di dare una mano al club con l’innata passione che mi lega a questa disciplina».