Elezioni avvocati, anche la legge vieta il terzo mandato. Blitz per rinviare il voto?

TERAMO – Sta diventando più che una patata bollente la questione della non candidabilità dei consiglieri avvocati che abbiano già svolto due mandati consecutivi e che rischia di destabilizzare la serenità del voto per il rinnovo del direttivo teramano. Adesso anche il Governo ha statuito con un decreto legge quello che la Corta di Cassazione aveva sancito con sentenza. Proprio nel giorno in cui la Commissione elettorale che deve valutare la presenza dei requisiti dei 42 candidati avvocati alle elezioni del 18 e 19 gennaio prossimi decideva di aggiornare la decisione al prossimo 16 gennaio, c’è stata la pubblicazione sulla Gazzette ufficiale. Cosa accade adesso? In altre sedi forensi italiane è stata presa una salomonica decisione di far slittare di appena un mese la consultazione elettorale ma quando ancora non era nota la disposizione di legge. Nelle more della pubblicazione del decreto legge, alcuni rappresentanti del Governo hanno chiarito che quando c’è una lista di candidati che rientra nei requisti previsti pronta per la competizione elettorale, non si giustifica il rinvio. Dunque: chi non è cangiabile viene escluso dalle elezioni, chi lo è può affrontare il giudizio delle urne e le elezioni sarebbero regolari. Che è poi la situazione dell’ordine di Teramo, dove due candidati presidenti su quattro, Guerino Ambrosini e Nicola Rago, avrebbero già raggiunto i due mandati consecutivi e buona parte dei candidati del primo. La commissione elettorale, che dovrà necessariamente prendere atto, nell’esame della candidabilità dei componenti delle tre liste e dei quattro candidati presidente, del nuovo decreto legge, potrebbe però non riunirsi. Questo perché, stando a dei rumors attendibili che si sono rincorsi a Palazzo di Giustizia, il Consiglio dell’ordine sarebbe in procinto di riunirsi per decidere dell’eventuale slittamento delle elezioni a data da destinarsi, sull’esempio di altri direttivi forensi. Una situazione che avrebbe raccolto diversi dissensi in seno al Foro. Intanto perché, fanno notare i bene informati, la maggioranza dell’attuale consiglio, essendo nella posizione di candidato… non candidabile, si troverebbe nello stesso tempo in una delicata situazione di conflitto di interessi: dovrebbero adottare una decisione, quella del rinvio, che favorirebbe la propria posizione di partecipanti alle elezioni, magari ipotizzando che il decreto-legge non possa essere convertito in legge e dunque decadere o che, nell’ipotesi venisse trasformato in legge tra due mesi, contro di essa sarebbe possibile sollevare il vizio di legittimità costituzionale. Una eventualità, quella del rinvio, che dunque appare poco possibile praticare, per evitare che all’interno di un Ordine professionale, a tutti gli effetti ente pubblico, si possa scatenare una conflittualità rischiosa da gestire. Venerdì intanto si è tenuto un incontro pubblico della lista ‘Rinnovamento forense’ del candidato presidente Fabrizio Acronzio all’hotel Sporting, che ha visto una larga partecipazione di avvocati. Sono stati illustrati i punti del programma elettorale e si è discusso dei problemi della categoria.