Frode sui carburanti, imprenditore di Cellino arrestato dalla Finanza

PADOVA - (a.m.) Imprenditore teramano della Val Vomano arrestato a Padova per una frode milionaria sul traffico illecito di carburanti, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza veneta per una presunta associazione a delinquere sulle cosiddette “pompe bianche” che per il momento vede complessivamente 17 indagati.
 
IL MECCANISMO. Secondo le Fiamme Gialle, tramite Gabriele Morricone, imprenditore originario di Cellino Attanasio con un’attività a Fontanelle di Atri, ma residente a Roma, gli indagati acquistavano il carburante in Slovenia e Croazia a costi nettamente minori rispetto a quelli italiani, lo importavano a nome di società fittizie e poi lo "italianizzavano" grazie a fatture false e a depositi compiacenti, per poi commercializzarlo nel circuito delle "pompe bianche" a prezzi bassissimi, ma sleali. Il tutto frodando il Fisco e evadendo almeno 6 milioni di Iva.
 
L’INCHIESTA. L’imprenditore teramano è finito nell’inchiesta denominata  "Meduse al sole", l’operazione della Guardia di Finanza di Padova che ha portato al suo arresto e al sequestro della sua lussuosa villa nel Teramano. Diciassette i membri dell’associazione a delinquere indagati, accusati a vario titolo di frode fiscale. Morricone nel mese di marzo del 2018 era già finito agli arresti domiciliari assieme alla moglie per un’inchiesta analoga, “Drago Nero”, condotta dalla Guardia di Finanza di Macerata e Ancona: un traffico illecito di carburante dalla Slovenia da 120 milioni di euro d’evasione che faceva riferimento ad un deposito di carburanti a San Severino Marche.
 
MEDUSE AL SOLE. L’inchiesta ha riguardato l’anomalo ingresso in Italia di milioni di litri di carburante sloveno e croato, introdotti sul mercato nazionale illecitamente e creando gravissimo danno all’economia a causa della concorrenza sleale. La presunta organizzazione criminale con il teramano al vertice avrebbe importato, in soli dieci mesi, almeno 30 milioni di litri di carburante facendolo transitare per Capodistria e poi attraverso il Veneto. Un traffico cresciuto in modo esponenziale, di cui si è occupata anche la trasmissione "Report". Lo scopo era lucrare sul carburante dell’Est, che ha costi molto inferiori, spacciandolo per italiano, rivendendolo a prezzi nettamente più bassi rispetto alle aziende in regola nelle cosiddette “pompe bianche”.
 
LE CARTIERE. L’acquisto del carburante nei depositi esteri, il suo ingresso in Italia e lo smercio nelle "pompe bianche" venivano gestiti con un giro di commesse e fatture false emesse da società “cartiere” nei confronti di società "filtro". Tutte fasulle, intestate a prestanome e tenute attive per pochi mesi, al solo scopo di portare a termine le frodi. Almeno otto quelle individuate tra Roma, Capua, Sabaudia e Chieti e riconducibili all’associazione a delinquere che, grazie ai documenti fittizi, avrebbe evaso l’Iva per almeno 6 milioni.
 
I SEQUESTRI. Il Gip della procura padovana, viste le risultanze raccolte dalle Fiamme Gialle con mesi di intercettazioni ambientali e telfoniche, dieci giorni fa ha emesso un’ordine di carcerazione nei confronti del teramano ritenuto al vertice dell’associazione, oltre a un decreto di sequestro di beni mobili e immobili per 5,8 milioni per pareggiare la frode all’Erario. Tra questi c’è una lussuosa villa nel Teramano con piscina e scuderia del valore di oltre 1 milione di euro, ma anche tre automobili, conti correnti, Rolex, gioielli e cellulari. Tutti riconducibili all’arrestato e recuperati nelle decine di perquisizioni effettuate nelle province di Padova, Venezia, Roma, Milano, Teramo, Pescara, Chieti, Bari e Salerno. L’imprenditore è stato arrestato a Teramo dieci giorni fa ed è già stato interrogato in carcere su rogatoria da parte della Procura di Padova.