Tre anni fa le prime scosse del terremoto nel Centro Italia. E da tre anni si aspetta la ricostruzione

TERAMO – Tre anni fa il sisma che alle 3:36 del 24 agosto 2016 sconvolse anima e geografia di una larga parte di territori a confine tra Lazio, Abruzzo e Marche. Per Amatrice e Accumoli, i due comuni del Reatino, è il giorno del silenzio e del ricordo delle 249 vittime che il terremoto, in quelle drammatiche e indelebili ore che sembravano non finire mai, ha lasciato dietro di sé, insieme alla distruzione, che, ancora oggi e chissà per quanto, segna comunità e terre. Amatrice ha ricordato quella notte e chi non c’è più, in forma privata, come avvenuto nei precedenti anniversari, con una veglia e una fiaccolata tra le vie dell’antico borgo all’ombra della Laga culminata alle 3:36 con i rintocchi di campana, uno per ogni vittima. La Santa Messa, aperta a tutti, sarà celebrata alle 11 al Palazzetto dello Sport (e in diretta su Rai Uno), dal Vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili. "Faccio appello alla stampa, alle Istituzioni, ai politici – scrive il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella – affinché il volere dei familiari delle vittime sia rispettato. Siamo a disposizione 364 giorni l’anno, quella notte abbiamo bisogno di stare tra noi, senza telecamere, senza persone esterne alla comunità amatriciana". Accumoli farà lo stesso, ha ricordato le sue 11 vittime con una veglia, nella frazione di Illica e con una messa celebrata da Monsignor Pompili oggi.
Teramo si svegliò per la scossa avvertita chiaramente e molta gente si riversò in strada, presa dal panico. Ma i danni furono limitati e la situazione tornò alla normalità ben presto, mentre un esercito di volontari e tecnici si mosse verso le zone terremotate per prestare il proprio aiuto per soccorrere le popolazioni colpite.
La terra tornerà a tremare, con conseguenze ulteriori, il 26 e il 30 ottobre successivi, ancora in quasi tutto il Centro Italia, in particolare il confine tra Umbria e Marche. La scossa del 30 ottobre – di magnitudo 6.5 – è la più forte in Italia degli ultimi trent’anni, come spiega l’Ingv nel suo rapporto di sintesi sul sisma: il numero delle persone fuori casa – così come i danni – cresce esponenzialmente, ma non si registrano vittime. Dall’inizio dello sciame sismico si contano oltre 92mila scosse, di cui 9 di magnitudo pari o superiore a 5. Lo stato di emergenza dichiarato dal governo il 25 agosto 2016 viene prorogato al 31 dicembre 2019 e la gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione prorogata al 31 dicembre 2020. Prima delle tremende scosse che alla fine di gennaio terrorizzarono e fecero danni e vittime anche nel Teramano, causando la perdita della propria abitazione a oltre 4.000 persone, che ancora oggi aspettano che la Ricostruzione parta.