Teramani bloccati in Argentina, il rientro se lo devono pagare di tasca loro e a caro prezzo

TERAMO – (alessandro misson) Ricordate la storia dei due teramani bloccati in Argentina a causa della pandemia di Coronavirus? A distanza di un mese da quando l’abbiamo raccontata, lo studente Daniele Perillo di Bellante e il suo amico Sante Del Sordo di San Nicolò stanno bene, hanno trovato una sistemazione, il primo è in costante contatto con l’Università di Teramo (che nel frattempo lo ha laureato in videoconferenza via internet offrendo l’assistenza tramite il Crui e il Consolato di Mendoza), entrambi con le loro famiglie, eppure sono ancora bloccati in Argentina, in attesa di un volo di rientro in Italia che non è mai decollato.

 

La loro odissea purtroppo non è ancora terminata: denunciati alla Polizia di Mendoza come “untori” dai vicini di casa, costretti ad una quarantena forzata solo perché italiani, taglieggiati per un trasferimento in bus a Buenos Aires assieme a tanti altri studenti di altri Paesi (che nel frattempo sono rientrati tutti a casa), costretti a rimanere nella capitale argentina a causa della chiusura dello spazio aereo ai voli di linea, l’assicurazione sanitaria scaduta, a corto di contanti, i due in queste ore sono costretti a subire l’ennesima angheria burocratica in un momento di grande difficoltà legata all’epidemia.

 

Stavolta non da parte dell’Argentina, bensì da parte del loro Paese, l’Italia: per rientrare dal Sudamerica, infatti, la Farnesina (che sui media nazionali continua ad apparire al fianco degli italiani all’estero che vogliono rientrare in Italia), ha chiesto loro una cifra spropositata per organizzare un volo di rientro tramite un volo charter di Alitalia. Nonostante l’emergenza, infatti, Daniele e Sante dovranno pagarsi da soli il biglietto di rientro da Buenos Aires a Fiumicino, alla “modica” cifra di 1900 euro, più di due volte il costo del biglietto aereo di andata e ritorno.

 

Sconfortato e amareggiato, Antonio Perillo, padre di uno dei due ragazzi così ha commentato sui social quello che si avvia ad essere l’epilogo della vicenda: «Per rientrare da Buenos Aires con un volo Alitalia organizzato dalla Farnesina hanno chiesto a mio figlio 1900 euro. Questa è l’Italia dell’emergenza. Non è in grado di aiutare nessun cittadino.

Non è un Paese in grado di bloccare lo sciacallaggio sui voli, sulle mascherine, su tutto ciò che serve nell’emergenza. Immaginate se è in grado di rialzare l’economia del paese.
Fa paura tutto ciò. E pensare che mio figlio è andato lì per studio e il biglietto di andata e ritorno l’ha pagato 800 euro».

«Ho telefonato all’Alitalia chiedendo il perché del costo spropositato. Mi è stato detto: "quando il volo l’organizza la Farnesina costa di più". Devono guadagnare anche loro».

 

DALL’ARGENTINA. Nel pomeriggio Daniele Perillo e Sante Del Sordo hanno scritto ad emmelle.it per rassicurare familiari, amici e conoscenti: «Cari lettori di emmelle.it, grazie del supporto che ci avete mostrato durante queste ultime settimane. Vogliamo rassicurare tutti del fatto che siamo tranquilli e stiamo bene. Purtroppo non siamo riusciti ad acquistare i biglietti per il volo di rimpatrio Alitalia previsto per il 23 aprile. Quindi proviamo a cercare alternative valide per rientrare. Leggiamo commenti di nostri connazionali, in giro per il mondo, nella nostra o sfortunatamente peggiore situazione. Ci auguriamo che possano stare bene tutti. Un saluto. Quello che non riusciamo a capire è come la Farnesina, chiamata in appello, sembra non essere al corrente di ciò che sta succedendo”.

Daniele e Sante