Riunione del Bim, non regge il processo politico a D’Alonzo. Delibera revocata

Valle Castellana, Campli, Castel Castagna e Torricella sono per la ‘questione morale’, il presidente: “Prendo atto delle critiche ma ribadisco che questo sarà un Consorzio inclusivo”. D’Alberto: “Leggerezza da non avallare ma impossibile giudicare l’operato dopo appena 90 giorni”

TERAMO – “Prendo atto della situazione, dei malumori di alcuni delegati e sindaci che hanno chiesto e ai quali ho fornito chiarimenti su quanto accaduto ma tengo a ribadire che, proprio perchè ho sempre sostenuto che il Consorzio è un ente inclusivo, lavorerò e lavoreremo per riprendere quel cammino condiviso auspicato al mio insediamento”. Il presidente del Bim, Giuseppe D’Alonzo, dribbla le richieste di dimissioni che arrivano dai Comuni di Campli, Valle Castellana, Torricella Sicura e Castel Castagna, che vorrebbero tornare alle elezioni, presenta pareri legali sulla delibera ‘incriminata’ (l’assunzione di un nipote di quarto grado) che parlano di inopportunità piuttosto che di illegittimità: l’atto deliberativo è stato revocato.

Non è però mancata la discussione, soprattutto di chi ha voluto spingere più sull’aspetto politico della falsa partenza della nuova governance dopo anni di dominio di un solo uomo al comando, alias quel Gabriele Minosse dal cui colpo di coda è nato il polverone. Ma i Comuni più grandi (Teramo, Roseto, Montorio e con essi anche Mosciano e Castelli) hanno fatto intendere che un processo dopo appena tre mesi in cui molto già si è visto sotto il profilo della condivisione, del sostegno allargato alle iniziative di promozione del territorio, è prematuro.

Senza però avallare ‘leggerezze’ gestionali come quella cui si è dovuto necessariamente fare riferimento, come ha tenuto a sottolineare soprattutto il sindaco del capoluogo. Gianguido D’Alberto ha parlato di necessaria riflessione su “dove deve andare il Bim” piuttosto che tentare un processo politico su una “leggerezza amministrativa che non dobbiamo avallare e che non potrà essere ripetuta, perché – ha detto – ricordiamoci che siamo sindaci che hanno potere di mandato a tempo“.