I lavori della Gavioli Restauri conclusi in appena 18 mesi: sono cominciati e finiti in coincidenza delle date di morte del filosofo e del patrono. La restituzione il 19 dicembre aprirà l’Anno giubilare Berardiano, con feste e celebrazioni
TERAMO – In 18 mesi esatti, tra due date di grande spessore tradizionale e storico per la città di Teramo, sono stati completati i lavori di restauro e messa in sicurezza: la Cattedrale di Teramo, la prima nel cratere sismico, sarà riconsegnata alla città il 19 dicembre, giorno di San Berardo, patrono di Teramo e della Diocesi. Le coincidenze temporali hanno giocato in maniera strabiliante in questa occasione.
I lavori sono cominciati il 21 giugno dello scorso anno, che è il giorno in cui, nel 1835 morì Melchiorre Delfico, la cui tomba gentilizia (ma non le sue spoglie) è all’interno di questa cattedrale. La riconsegna della chiesa avverrà nel giorno in cui cadranno i 900 anni dalla morte di San Berardo. Una simbologia molto significativa, che il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi ha voluto sottolineare come “grande segno della Provvidenza che ci spinge ad avere fiducia nel futuro di questa città“.
La cerimonia di riconsegna della Cattedrale, all’interno della quale le funzioni religiose non sono state mai sospese, celebrerà anche la riapertura della cappella di San Berardo, chiusa dal sisma perchè inagibile, e dove il vescovo officerà la funzione religiosa. Aprirà anche l’Anno Berardiano, che durerà fino alla prossima data di dicembre del 2023, con funzioni di Giubileo e dunque anche di indulgenza plenaria per i cristiani che attraverseranno la porta giubilare. Gli appuntamenti saranno illustrati a giorni, ma si sa che la reliquia di San Berardo uscirà dalla Cattedrale per fare il giro dei Santuari della provincia.
L’intervento di restauro, sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza Sabap L’Aquila-Teramo (alla conferenza stampa, con il commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini, c’era la Soprintendente Cristina Collettini, che potrete ascoltare nell’intervista in questo articolo) è stato eseguito dalla Gavioli Restauri di Montorio, in sinergia con l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione 2016 (con il direttore Rivera e l’ingegnere Piergiorgio Tittarelli). E’ stato caratterizzato da alcune particolarità costruttive, alcune delle quali finora mai applicate, ad esempio alle altezze della torre campanaria: come i perfori verticali attraverso barre di acciaio, per l’incatenamento di piano dell’intera torre. Da segnalare anche la forma gotica delle catene e l’utilizzo della tecnica mimetica con vernice antiriflesso, utile per un migliore riconoscimento degli interventi effettuati.