Popolare di Bari, sciopero compatto: “Quale futuro per questa banca?”

L’adesione supera il 95% dei 600 lavoratori abruzzesi. Presidio davanti alla sede centrale di corso San Giorgio

TERAMO – Con un’adesione del 95%, sulle 59 filiali e i più di 600 dipendenti in Abruzzo, oggi i lavoratori della Banca Popolare di Bari hanno incrociato le braccia e chiuso sportelli e uffici. Anche nelle altre regioni interessate dalla presenza della grande banca del Meridiione, che negli anni scorsi ha rilevato la proprietà della Tercas e della Caripe, la partecipazione, sul numero complessivo di 2.170 dipendenti, è stata massiccia.

Lo sciopero odierno è stato proclamato dai sindacati dei bancari Cgil, Cisl e Uil, in particolare contro “la poca chiarezza del Medio Credito che continua a non dare risposte sul futuro della banca“. A Teramo un nutrito gruppo di dipendenti ha tenuto anche un presidio davanti alla centralissima sede di corso San Giorgio.

Nei giorni scorsi i sindacati avevano avuto un incontro con i rappresentanti della capogruppo Medio Credito Centrale e poi, su richiesta dell’istituto di credito, quando le organizzazioni dei lavoratori avevano indetto lo sciopero. Sul tavolo non c’è soltanto la rivendicazione economica (nonostante in passato i dipendenti abbiano accettato dolorosi tagli al salario di circa il 7%), ma discutere dell’organizzazione del Lavoro, delle problematiche aziendali in genere ma, soprattutto, capire realmente dove «vuole andare» la Banca e «quale strada vuole percorrere», ricordando i fantasmi del passato e una strategia aziendale che in Abruzzo ha portato, finora, alla chiusura di 39 filiali.