FOTO / Extramuros chiude con la processione laica per il centro

In un anno il progetto, assieme ad eXtraLap, ha portato in città 13 artisti e tanti partecipanti ai laboratori di arte performativa

TERAMO – Una processione laica, guidata dall’artista Francesca Romana Pinzari, è partita da Porta Reale e ha attraversato la città. Cittadini e cittadine vestiti di bianco e con una valigia mostrano stendardi che raffigurano teramani e teramane che sono stati scelti per rappresentare, in maniera simbolica, la città di Teramo e la sua storia senza alcuna pretesa di essere esaustivi in senso storico.

Dei simboli, appunto, personaggi che secondo il progetto Extramuros/eXtraLap incarnano quello spirito di andare/venire dentro e fuori i luoghi, dentro e fuori le città, abbracciando una filosofia inclusiva e generosa, curiosa e aperta, in grado di attraversare fatti e accadimenti senza mai chiudere le porte: spiriti liberi e coraggiosi, ognuno a modo loro. Ritroviamo Giannina MIlli, Rino Faranza, Gennaro Della Monica, Melchiorre Delfico, Marco Pannella, Carlo Marconi, Margherita Ammazzalorso, Ernestina Di Pompeo, Vicenzo Comi, Ivan Graziani.

Francesca Romana Pinzari a cavallo, ha guidato questo ‘transito sacro’, un passaggio lungo le strade principali della città e che rimanda all’incedere con un passo lento e ritmato tipico di alcune processioni sacre o di cortei militari. Ogni partecipante ha portato con sé una valigia, simbolo dell’andare e del tornare. Al termine della processione resta visibile all’interno del museo un monumento sacro ai migranti e al transito. “Una performance che ricollega idelmente i tanti fili di cui è composto il progetto Extramuros – dichiarano Pina Manente e Luca Pilotti – iniziato un anno fa e che con eXtralap il laboratorio di arte performativa ha portato a Teramo 13 artisti e decine di cittadini che hanno partecipato ai laboratori all’Arca avendo modo di entrare dentro l’arte contemporanea. La manifestazione ha avuto una rassegna stampa nazionale molto significativa. Ci auguriamo che l’Arca, che tutti ci invidiano quale luogo ideale per un laboratorio d’arte aperto e vissuto dai cittadini e dalle associazioni, possa vivere tanti momenti come questi“.

Non è possibile fare esperienza dell’arte semplicemente guardandola, senza nulla togliere alle altre espressioni artistiche, io lavoro sui progetti che la fanno vivere e la performance è strumento privilegiato che permette un coinvolgimento attivo della collettività suscitando interrogativi, riflessioni, emozioni – dichiara la curatrice Roberta Melasecca -. Con le sue azioni urbane che colgono di sorpresa i passanti ha reso visibile un immaginario passato che scopre le radici del presente”.

Chi è Romana Pinzari. Francesca Romana Pinzari nata a Perth, (Australia) Vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. La sua ricerca parte dal corpo per parlare d’identità fisica, culturale, politica e religiosa. Concetti come la violenza domestica, diversity e radici culturali vengono affrontati con un approccio di stampo performativo che porta l’artista alla realizzazione anche di manufatti scultorei, pittorici o installativi di diversa natura a seconda del progetto espositivo. Molti dei suoi materiali li trova passeggiando nei boschi come arbusti spinosi, esoscheletri di cicale, pelli di serpente o aculei di istrice. Nelle sue performance l’interazione e l’empatia con il pubblico sono determinanti. La sua serie più’ esposta e duratura è costituita da grandi sculture fatte di crini di cavallo e capelli intrecciati finemente e intrecci di rami spinosi. Nei suoi ultimi lavori concrezioni cristalline da lei create per dare forma a installazioni scultoree simili a preziosi ex voto che celano misteriosi rituali alchemici. Espone in numerose gallerie e musei tra i quali i Musei di Kajaani, Kokkola e Kotka in Finlandia, il Kunsthalle di Bratislava in occasione della mostra Transition of Energy, il Museo Galeria Miejska BWA Bydgoszcz in Polonia durante la Performance Night, il MACRO Testaccio Roma per la mostra Catarifrangenze, il Kunstquartier Bethanien Museum di Berlino nell’ambito di una project room di 24h creata in occasione della mostra Arty Party e il museo di Arte contemporanea di San Paolo in Brasile per la mostra di arte italiana ALEM; SuperNatural da Gilda Contemporary Art, Milano, Palazzo ducale di Gubbio per la mostra Visibilia; al 67 gallery e all’open studio della SVA a New York tramite il premio giovani artisti del comune di Roma.