Atri, tanti timori per la costruzione di un co-inceneritore

Sarebbe uno dei primi impianti in Abruzzo a servizio di un privato. Protestano il Wwf e i Comuni di Pineto e Atri. Oggi la conferenza di servizi

ATRI – C’è preoccupazione nella comunità atriana per l’ipotesi di realizzazione di un co-inceneritore con recupero energetico di rifiuti speciali ‘non pericolosi’, nel Comune di Atri, che dovrebbe realizzare un’azienda bergamasca, la NDT Energy Srl.

Ad esprimere i timori, che sono comuni anche all’amministrazione comunale e alla popolazione, è Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo, “Nonostante le tantissime criticità rappresentate in più occasioni nella conferenza di servizi dalla stessa amministrazione comunale, da altri Enti come il Comune di Pineto, da Comitati, privati cittadini e aziende del territorio, il Servizio rifiuti della Regione Abruzzo pare intenzionato ad autorizzare la realizzazione dell’inceneritore – dice Ricci -“.

Oggi è in programma una conferenza di servizi che però è contestata perchè, a detta dei contrari, la procedura semplificata adottata non permette un vero confronto tra le Autorità coinvolte come i Comuni di Atri e Pineto, i comitati cittadini e le associazioni. Sulla carta, il Piano regionale dei rifiuti esclude poi la realizzazione di questi impianti a meno di 500 metri dai centri abitati e questo è a soli 400 metri dalla località Stracca, dove si concentrano oltre 35 abitazioni e più di 200 residenti e dove sono presenti anche strutture ricreative e sportive, l’associazione culturale “Stracca”, ristoranti e una struttura per ragazzi disabili.

Tra l’altro, e questo secondo il Wwf sarebbe un elemento sottovalutato da Regione, Asl, Arta e Provincia, intervenute nel procedimento, il co-inceneritore previsto sarebbe l’unico – in Abruzzo e non solo – “a bruciare resine plastiche melamminiche, formaldeide, quando invece per legge, in Italia tali sostanze possono essere bruciate solo nei grandi impianti per la produzione di energia elettrica o termica, ossia le
centrali termoelettriche e i cementifici. Va evidenziato che l’impianto, semmai malauguratamente autorizzato, potrebbe segnare l’inizio della
realizzazione di una serie di inceneritori e di pericolose strutture al servizio di qualsiasi privato, con rischi facilmente intuibili, non solo ad Atri, ma su tutto il territorio regionale
– conclude il Wwf -“.

Sul territorio di Atri, infine, insiste la Riserva regionale naturale dei Calanchi, istituita nel 1995 e rientrante nel Sistema delle Oasi Wwf dal 1999, il cui territorio di circa 600 ettari coincide in parte con la più ampia Zona Speciale di Conservazione ‘Calanchi di Atri’: si tratta di una grande riserva naturale e un’importante attrattiva per i turisti, che seppure distante dall’impianto ipotizzato, potrebbe subire ripercussioni stante la mancanza di studi sull’effetto cumulo e di una valutazione di incidenza (Vin.C.A.).