No all’assemblea pubblica dei tifosi sul Bonolis: troppo vicina al ristorante di Iachini

Club Biancorosso e ’15 luglio 1913′ volevano organizzarla per sabato prossimo in piazza Orsini ma il questore l’ha negata: “Altrove o niente” a causa della campagna minatoria contro il gestore che ha il locale in piazza Martiri

TERAMO – Da quando la convenzione per la gestione dello stadio Bonolis fu firmata, nel 2006, sarebbe stata la prima occasione pubblica per conoscere un pò più approfonditamente i termini di questo documento che sembra più misterioso del Santo Graal. Anche perchè uno dei due organismi che ne hanno chiesto l’autorizzazione a organizzarla, il Club Biancorosso, di recente è riuscito ad entrarne in possesso dopo un accesso agli atti, e il contributo alla discussione sarebbe stato molto più credibile e asettico.

Ma non sarà possibile: l’assemblea pubblica indetta per sabato prossimo 28 ottobre alle 18, in piazza Orsini, non è stato autorizzata dalla questura di Teramo e non si farà, perchè le tifoserie (l’altro gruppo organizzatore è il ’15 luglio 1913′) non hanno fornito l’indicazione di un luogo alternativo che, attenzione, sia più lontano dal ristorante di proprietà del l’ex presidente del Teramo Calcio, Franco Iachini, come richiesto dalla questura.

Il questore Carmine Soriente, la cui firma compare in calce al diniego con data 19 ottobre scorso, cita tra le motivazioni motivi di opportunità perché inevitabilmente si corre il rischio di trascendere quando uno dei protagonisti molto discussi della convenzione di cui si dibatterebbe è anche il titolare di un locale pubblico a due passi dal luogo della riunione: a tal proposito Soriente cita la “l’accesa campagna di contestazione in corso da tempo da parte della tifoseria” – e tra questa del Club Biancorosso e del ’15 luglio 1913′ – che “insiste, anche con toni offensivi e minatori affinché il nominato restituisca la gestione dello stadio al Comune di Teramo“.

Che dire? Il gruppo ’15 luglio 1913′ parla di ‘decisione aberrante, che nega un diritto sacrosanto‘. Daspo, divieti di trasferta, adesso anche quello per le assemblee pubbliche: è vero che precedenti turbolenti hanno ‘marchiato’ una parte della tifoseria, mica però sono tutti ultrà con la ‘fedina sportiva’ sporca… Il provvedimento certo non ‘alleggerisce’ i rapporti con una piazza, quella di fede calcistica, che sta rialzando la testa anche grazie ai risultati della squadra che sta risalendo la china del baratro in cui è stata buttata (di nuovo). quella tifoseria ‘moderata’ non andrebbe punita come già successo ieri a Sant’Egidio e in fin dei conti, un dibattito pubblico su un argomento di così grande importanza per la città, andrebbe favorito in una classica e accessibile agorà, non ghettizzato in un luogo più lontano di monculo.