Altro divieto: Pontevomano-Giulianova si gioca a porte chiuse

Domenica niente pubblico al campo di Villa Vomano. Il provvedimento (non adottato lo scorso anno) vuole evitare incroci tra le tifoserie biancorossa e giallorossa?

TERAMO – Un altro argomento di polemica in queste ultime ore aumenta la visibilità attorno al calcio e al campionato di Eccellenza di quest’anno, come mai fatto nel passato nemmeno per tornei di più alto livello. Dopo il divieto di trasferta per i tifosi del Città di Teramo a Sant’Egidio, adesso arriva il provvedimento di chiusura al pubblico della partita di domenica prossima alle 15 tra il Pontevomano e il Giulianova.

Della partita, che si giocherà sul campo di Villa Vomano, frazione del comune di Teramo (e forse proprio per questo motivo ‘attenzionata’ per motivi di ordine pubblico) non c’è traccia nelle determinazioni dell’Osservatorio nazionale come invece accaduto per altri incontri dell’Eccellenza, vedasi anche Sant’-Teramo. Significa dunque molto probabilmente che la materia è stata affrontata in sede locale e valutata ad alto rischio per la possibilità di incrocio tra le tifoserie del Giulianova e quella del Teramo, soprattutto alla luce dei provvedimenti adottati dal questore Carmine Soriente per gli episodi pre derby.

Il provvedimento ha però un sapore contraddittorio e penalizza i sostenitori del Pontevomano che, a differenza ad esempio di quelli della Santegidiese, non hanno la possibilità di assistere alla partita della propria squadra. Tra l’altro il match è stato giocato anche lo scorso anno e senza alcun problema di ordine pubblico. E la questura non ha preso in considerazione la richiesta della società ospitante di far disputare la partita a Montorio a porte aperte.

E’ un altro esempio di come il calcio provinciale probabilmente, strada facendo, perderà appeal e le società in particolare saranno chiamate a ragionare sul proprio futuro. La polemica adesso infuria su fronte giuliese, come per una settimana è stata infuocata sul fronte teramano. A questo si aggiunga anche la clamorosa decisione di vietare l’assemblea pubblica sullo stadio Bonolis ai gruppi ’15 luglio 1913′ e ‘Club Biancorosso’, motivandola con la vicinanza tra il luogo della richiesta assemblea (piazza Orsini) e il ristorante dell’ex presidente del Teramo e attuale gestore dell’impianto sportivo (piazza Martiri).