Fano Adriano ‘perla del Gran Sasso’, il borgo in un libro

Presentato il volume di Carlo Di Bonaventura, con le foto di Luigi Di Battista, Giancarlo Malandra e Gianluca Pisciaroli

TERAMO – “Perdersi nella bellezza e nell’incanto dei luoghi del cuore ha la stessa magia del primo amore ed offre quel senso di protezione che la vita sempre più caotica e vuota della società moderna nega“, così Carlo Di Bonaventura autore del libro ‘Fano Adriano la perla del Gran Sasso’, alla presentazione del volume al Bim di Teramo. Presenti anche il sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, l’editore Paolo De Siena e il consigliere direttivo del Bim, Angelo De Arcangelis.

Il volume di 120 pagine, realizzato in italiano e inglese, è arricchito dalle fotografie di Luigi Di Battista, Giancarlo Malandra e Gianluca Pisciaroli, con prefazione a cura del
Direttore regionale dei Musei d’Abruzzo, Federica Zalabra: “Un percorso per immagini che restituisca un affresco per condividere le emozioni che animano le nostre passioni
prosegue Di Bonaventura -. Nessuno meglio di tre amici esperti di fotografia e profondi conoscitori del territorio, Giancarlo, Gianluca e Luigi, poteva fornire un aiuto migliore per tradurre in istantanee queste emozioni“.

I contenuti del libro tracciano i punti cardinali del comune di Fano Adriano fondendo fonti documentali formali, siti informativi e la tradizione orale e dalle memoria degli abitanti del luogo. Il libro ripercorre la storia del paese dell’Alta Valle del Vomano, probabilmente sorto sui resti di un antico insediamento romano da cui il nome proveniente dal termine latino ‘fanum’ (tempio). “Questo progetto editoriale – dice Servi – è da intendersi come viatico per andare, o forse dovremmo dire per tornare, a
Fano Adriano. Durante le festività natalizie organizzeremo anche una presentazione del volume a Fano
“. Il volume è un alternarsi di panorami mozzafiato, sentieri suggestivi e un patrimonio storico-artistico di rilievo custodito non solo nelle chiese, nell’eremo, nei monumenti, ma disseminato nei vicoli, sulle facciate delle case antiche, in quelle pietre che narrano di passato ma che sono la base per il nuovo racconto del futuro.

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