L’autopsia su Patrick conferma la morte per impiccamento e non rivela altri segni sul corpo

E’ stata eseguita all’ospedale Mazzini sul corpo del detenuto 20enne trovato senza vita nella sua cella della sezione osservazione del carcere di Castrogno

TERAMO – L’autopsia sul corpo di Patrick conferma l’asfissia e conferma la presenza sul corpo dei segni classici dell’impiccamento. Esclude la presenza di altri elementi che possano far ipotizzare colpi da corpi contundenti o da pestaggi, vale a dire contusioni o ecchimosi.

L’esame medico legale sul corpo del 20enne rom di Giulianova, impiccatosi nella notte di mercoledì nel bagno della sua cella nella sezione osservazione del carcere di Castrogno, si è concluso nel primo pomeriggio. E’ stato eseguito alla presenza del consulente di parte, il dottor Gabriele Paolini, nominato dalla famiglia del giovane.

Il perito tecnico d’ufficio a cui il magistrato inquirente Monia Di Marco ha affidato l’esame peritale, ha svolto il suo lavoro per rispondere ai quesiti del pubblico ministero che vuole chiarire la dinamica dei fatti e arrivare alla verità di quanto successo in quella cella. Patrick era in vita e non dava segni di agitazione appena venti minuti prima della morte. L’agente di custodia deputato al controllo dei 5 detenuti rinchiusi nella sezione, ha effettuato l’ultimo passaggio e guardato all’interno della cella alle 5:26. Alle 5:45 ha ricontrollato e ha notato il corpo del giovane legato con il lenzuolo all’inferriata ed è scattato l’allarme.

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