Sit-in dei poliziotti penitenziari: “Sicurezza a rischio a Castrogno”

Penitenziario nell’occhio del ciclone: i detenuti sono il 150% in più, gli agenti il 35% in meno. I sindacati uniti contro il Dap. Solidarietà di Sottanelli e D’Alberto

TERAMO – E’ affidata a un lungo documento, l’ennesimo consegnato alla direzione del carcere o ai vertici della direzione amministrativa penitenziaria, la ‘traduzione’ per iscritto della protesta andata in scena questa mattina davanti al carcere di Castrogno da parte delle rappresentanze sindacali della polizia penitenziaria teramana.

Le sigle sindacali Sappe, Osapp, Uspp e CGIL (rappresentate da Giuseppe Pallini, Nicola Di Felice, Massimo Scardicchio e Roberto Cerquitelli), hanno protestato con un sit-in annunciato contro “la deriva e le defezioni di una gestione direttiva e penitenziaria inaccettabile, la quale ha condotto ad una recrudescenza di problematiche, sia dal punto di vista lavorativo, nonché sociale e morale. Che di fatto colpiscono e interessano chiunque eserciti delle mansioni o ricopra un pubblico ufficio nel difficile contesto restrittivo del carcere teramano. Duole prendere atto che, allo stato attuale, ogni confronto (dentro e fuori dalle relazioni sindacali) non ha prodotto miglioramenti dal punto di vista organizzativo, lavorativo e, non meno importante, sul piano dell’ordine e della sicurezza interna dell’Istituto“.

Lesa dignità del personale, difficoltà di gestione per la presenza sempre più numerosa di una popolazione di detenuti con patologie psichiatriche o di facinorosi, le frequenti aggressioni ma soprattutto la carenza cronica di personale, sono tra i problemi sottolineati nel corso della protesta. “Registriamo – hanno detto i sindacati – il notevole abbassamento dei livelli minimi di sicurezza. La presenza di più di 400 detenuti, in sovrannumero del 150%, ha condotto ad un esponenziale aumento degli eventi critici e ad una crescente difficoltà di governo del fenomeno, dovuto anche a delle scelte assolutamente non condivisibili della Direzione quali quella di ridurre ed accorpare posti di servizio nevralgici (a titolo d’esempio basti pensare che è divenuta prassi consolidata unificare il posto di addetto al Reparto infermeria con quello di addetto al Reparto isolamento e Sorveglianza a vista), o quella di imporre un drastico e frettoloso piano di recupero ferie che, se sul piano logico aveva la giusta funzione di evitare un danno erariale allo Stato, sul piano fattuale ed in queste modalità ha sguarnito ancora di più l’Istituto di personale, costringendo al contempo quello presente a sopperire alle lacune createsi da codesta scelta gestionale“.

C’è poi la carenza cronica del 35% dell’organico di Polizia penitenziaria che affligge il penitenziario di Teramo: è un dato allarmante se letto in considerazione dei seguenti fattori. “Parte del personale è stato messo in congedo di pre-pensionamento; altra parte, pur essendo formalmente considerato in pianta organica, è attualmente assegnato al G.O.M. e non può essere utilizzato; come già accennato in precedenza, questa Direzione ha provveduto infine a porre in ferie (si ribadisce, in maniera massiccia e frettolosa, e senza tener conto delle esigenze di sicurezza e di gestione dell’Istituto e senza un minimo di accordo sindacale che stabilisse le regole minime di gestione di tale fenomeno) tutto il personale che nel corso degli anni ha accumulato giorni di congedo ordinario, pena la perenzione degli stessi qualora non fruiti“.

Sul posto, a portare solidarietà e dare più incisivtà alla manifestazione, sono arrivati anche il deputato di Azione, Giulio Sottanelli e il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto.

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