TERAMO – Al grido di "Giù le mani dal Comunale", un folto gruppo di ultrà ha manifestato per le vie del centro storico e fino allo stadio, per sensibilizzare Teramo, i teramani e gli amministratori sulla necessità (ol il desiderio, a seconda di come lo si vuole leggere) di non abbattere il vecchio impianto sportivo che a breve andrà in pensione. Il gruppo di giovani, seguiti da vicino da un nutrito drappello di forze dell’ordine, ha cantato e urlato dietro il loro striscione lungo il corso San Giorgio e poi in piazza Martiri, fino a raggiungere la Curva Est, la storica casa del tifo biancorosso: non c’è dunque soltanto una posizione ideologica dietro alla battaglia ingaggiata dalla tifoseria organizzata a difesa del vecchio stadio ma anche una questione affettiva, apprezzabile e condivisibile per molti aspetti. Essere "sfrattati" loro dalla curva, tutti gli altri dal caro Comunale, è situazione certo dolorosa sotto il profilo affettivo. Loro non ci stanno e lo hanno fatto sapere. Una voce in più nel dibattito, una componente sociale da tenere presente, al di là dei numeri. Anche se i giochi, per la destinazione urbanistica, sembrano essere già fatti.
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