TERAMO – Il via vai di sostituti procuratori questa mattina in tribunale ha fatto intendere che ci sono movimento e grande "interesse" investigativo sull’evolversi delle situazioni derivanti dal maltempo del 1° marzo. Nessuno di loro si sbottona ma si intuisce che al rientro del procuratore capo Ferretti, non è escluso che la magistratura teramana non voglia lasciar passare ogni eventuale chiarimento su quanto accaduto un pò dovunque in provincia, soprattutto sui crolli di ponti e di strade. Sotto la lente d’ingrandimento di un probabile pool di magistrati, passeranno il cedimento del ponte sulla San Nicolò-Garrufo ma ancora una volta il cedimento di un tratto di Teramo-Mare, a pochi metri dal precedente. "Sintomi" di cattiva gestione del territorio sì, ma anche e soprattutto tantissima imperizia da un lato e di carente e completa assenza di controlli dall’altro. Un altro aspetto che sarà valutato è la macchina degli interventi: sembra che alla fin fine le accuse mosse da una parte dei sindaci e di alcuni consiglieri regionali del centrosinistra siano più o meno fondati. Emergenza scattata tardivamente, abbondantemente dopo circa 15 ore di pioggia torrenziale ininterrotta, con scarso coordinamento. Della serie: molta volontà e dispendio di energia – come ha voluto sottolineare in maniera un pò troppo frettolosa il prefetto Soldà in alcune interviste, grande impegno, ma scarsa efficacia.
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