Ater, per il Pd "un caso teramano" che imbarazza il centrodestra

TERAMO – “Meno case popolari alla provincia di Teramo per colpa della gestione dell’Ater”. Durissime accuse rivolgono a Marco Pierangeli, commissario dell’Ater di Teramo, i consiglieri regionali del Pd, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca intervenuti in una nota nella quale si ritiene che l’azienda per l’edilizia residenziale “opera al di fuori delle regole e non realizza nuove case popolari per i numerosi cittadini che ne fanno richiesta”. Ruffini parla di un vero e proprio “caso” scoppiato pochi giorni fa in Consiglio regionale quando la II Commissione consiliare, nell’imbarazzo del centro-destra, ha negato l’approvazione del Piano dei proventi dell’Ater di Teramo per via di una gestione “poco trasparente e di interventi discutibili”, e approvato invece i programmi di utilizzo dei proventi derivanti dall’alienazione degli alloggi delle Ater di Pescara, Chieti, Lanciano. “La gestione commissariale dell’Ater, punto forte per la lotta agli sprechi del governatore teramano Chiodi – dichiara Ruffini – sembra sciogliersi al sole proprio nella sua città natale, dove gli “amministratori e commissari” di sua fiducia non fanno altro che dimostrare la fine del “modello Teramo”.“Il programma di Teramo non è stato approvato perchè la Commissione ha ritenuto di non autorizzare un programma di investimenti futuri in quanto le opere risultano in parte già eseguite dall’Ater di Teramo mentre altre sono in corso di realizzazione- dice Ruffini -quindi piuttosto che un’autorizzazione occorreva approvare i lavori fatti in sanatoria, ora per allora”. Gli interventi riguardano ristrutturazioni e manutenzioni in diversi edifici popolari della Provincia per un importo che supera un milione di euro oltre a 388 mila euro destinati a coprire deficit di bilancio degli anni 2009 e 2010. Ruffini spiega che secondo la legge vigente i soldi incassati dalla vendita degli alloggi restano in cassa nelle Ater ma non possono essere utilizzati fin quando la Regione non li destina. “In questo caso – spiegano i consiglieri del Pd – Pierangeli non poteva fare eseguire nessun intervento prima che la Regione lo autorizasse. Avendo invece Pierangeli disposto illeggitamente dei soldi ora la Regione dovrà assumersi la responsabilità di concedere una sanatoria, ammesso che sia legalmente possibile”. Il Pd fa notare che gli altri programmi licenziati dalla Commissione prevedono che i fondi vadano in gran parte all’acquisto o alla costruzione di alloggi popolari ed in piccola parte alla manutenzione. “Il programma di Teramo va invece interamente alla manutenzione e nulla viene destinato alla realizzazione di nuovi alloggi. Un fattore grave da un punto di vista sociale. L’amministratore unico oltre ad aver abusato sul piano della correttezza amministrativa sostituendosi alla Regione ha ignorato la legge regionale che gli imponeva di realizzare nuovi alloggi popolari a Teramo e provincia”.